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Il Vampiro di Bergamo
Vincenzo Verzeni
di Danilo Lamperti

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albo d'oro

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“Appena io metteva loro le mani sul collo avea l’erezione. Spaccai la Giovanna Motta con un rasoio e provai nel farlo un gran piacere. Succiai il sangue che era salato, con che godei moltissimo. Poi asportai il polpaccio per poterlo continuare a gustare a casa e arrostirmelo”.

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Il Vampiro di Bergamo

la storia di Vincenzo Verzeni

testo di Danilo Lamperti

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Dalle cronache dell’epoca, il racconto dei fatti che hanno terrorizzato le campagne della bergamasca, per cercare di capire il dolore delle vittime, il contesto sociale del carnefice e le origini della sua spinta omicida.

Fino alla sua conclusione. Senza pentimento.

 

Tratto da una storia vera accaduta nella provincia di Bergamo nella seconda metà del 1800. Scritto prendendo spunto da notizie e articoli di giornali dell’epoca.

 

Una visita notturna horror che si snoda tra luoghi misteriosi e bui in una veste spettrale, per raccontare la vera storia di Vincenzo Verzeni, la sua origine, la sua macabra follia fino al suo epilogo personale e giuridico.

le origini del testo

Vincenzo Verzeni nasce l’11 aprile del 1849. E’ un contadino dabbene della Bergamasca, figlio di un padre anaffettivo e alcolista. Serial killer già all’età di 21 anni, conquista presto il soprannome de “lo strangolatore di donne” o “il vampiro della Bergamasca“. Coltiva l’irresistibile passione del saziarsi con il corpo umano, tanto che ancora oggi, rappresenta uno dei più fulgidi e rari casi di vampirismo in Italia.

 

I giornali dell’epoca hanno dato molto risalto alla vicenda, tanto atroce quanto singolare da scatenare non solo l’orrore ma anche la curiosità verso una persona malata che suo malgrado è diventata vittima di sé stesso, figlio di una famiglia e di una società che non hanno saputo riconoscere e supportare il suo disagio.

 

Da questo spunto, ancora una volta la penna di Danilo Lamperti ha dato vita a personaggi e suggestioni che, attraverso uno spettacolo itinerante, raccontano la presunta storia di Vincenzo Verzeni sotto diverse prospettive. Quella oggettiva del dramma degli omicidi che hanno sconvolto le campagne lombarde. E quella più intima e soggettiva del carnefice e delle persone che lo hanno circondato nella quotidianità prima e nella reclusione poi, per provare a dare ai fatti una lettura poliedrica. Le sfumature sono quelle noir che strizzano l’occhio all’horror che, muovendosi in quel terreno in bilico tra il reale e il paranormale, riesce a creare uno stato sospeso di apprensione e agitazione, più che di paura.

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