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Le Prenom - Cena tra amici

di Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière

commedia brillante in 2 atti

Le cene di famiglia possono trasformarsi in momenti di scontro memorabili, in cui si abbandonano le maschere, si ignorano le convenzioni delle buone maniere, per sputare veleno o poter dire quello che si pensa in faccia ad amici e parenti. Momenti di cruda verità, insomma.

Il Gruppo Teatro TEMPO di Carugate, dopo i successi di testi brillanti come La Cena dei Cretini e Gli Allegri Chirurghi che ancora non si stanca di rappresentare, si misura con una nuova sfida: una commedia moderna amara e divertente, che mette in scena stereotipi sociali ben riconoscibili, che ci fanno sorridere osservandoli, che a volte troviamo anche vagamente antipatici, ma nei quali al tempo stesso ci riconosciamo con un po’ di fastidio.

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Personaggi

ELISABETH “BABOU” GAROUD LARCHET

   

PIERRE GAROUD

CLAUDE GATIGNON

VINCENT LARCHET

ANNA CARAVATI LARCHET

UOMO DELLE PIZZE

Interpreti

Silvia Bezzi

Valentina Usuelli (2)

Marco Gatta

Andrea Oldani

Danilo Lamperti

Patrizia Varrone

Roberto Grimaldi

Fabio Guidi (1)

Davide Allegrini (3)

Regia
Valentina Usuelli e Nicoletta Colombo

Scenografie
Max Marchese

Costumi
Valentina Usuelli

Parte tecnica
Stefano Gervasoni

Foto e riprese video
Jacopo Lissoni

I protagonisti

ELISABETH “BABOU” GAROUD LARCHET

Padrona di casa, moglie di Pierre, sorella di Vincent, amica del cuore di Claude. Professoressa in una scuola pubblica, è una donna “idealista”, dal pensiero semplice e lineare. Innamorata del marito, è però stressata dalle responsabilità che la investono come madre, moglie, lavoratrice. Ama tutto ciò che è esotico e lo propone e propina a famigliari ed amici ormai rassegnati.

PIERRE GAROUD

Docente di letteratura alla Sorbone, è un preciso (quasi ossessivo). Ama avere l’ultima parola ed aver ragione. Innamorato di Elisabeth, lascia però che sia lei ad occuparsi di tutto ciò che accade tra le mura domestiche. Amico d’infanzia di Vincent, ama “duellare” con lui in disquisizioni filosofico-umoristiche.

CLAUDE GATIGNON

Amico d’infanzia di Vincent e Pierre ma soprattutto di Elisabeth, con la quale non ha segreti. Primo trombone di Radio France, è un uomo ordinato, preciso, non polemico. Claude non giudica, non rimprovera, non offende ed è sempre allegro. Pensandoci bene, è un uomo “anomalo” ed “eccezionale”.

VINCENT LARCHET

Brillante agente immobiliare è economicamente arrivato e non perde occasione per sbandierarlo ai quattro venti. Amante delle burle e degli scherzi, si diverte a punzecchiare e battibeccare con Pierre ed approfittare dell’ingenuità di chi gli sta vicino.

ANNA CARAVATI LARCHET

Moglie di Vincent, è al 5° mese di gravidanza. Responsabile di una casa di moda, è una donna in carriera, che vive di formalità e convenevoli, sempre attenta alla linea e alle apparenze. E’ l’antitesi di Elisabeth.

Le repliche

16 marzo 2024 - Brenno di Arcisate (Va) - Teatro Oratorio Beato C. Acutis

9 marzo 2024 - Barlassina (Mb) - Teatro San Giulio

25 novembre 2023 - Carnago (Va) - Teatro Agorà

24 novembre 2023 - Calusco d'Adda (Bg) - CineTeatro San Fedele

12 novembre 2023 - Tegoleto (Ar) - Teatro Moderno

5 novembre 2023 - Macerata - Teatro Lauro Rossi

13 luglio 2023 - Covo (Bg) - Parco del Barco

23 giugno 2023 - Carugate (Mi) - GTTAtHome

2 aprile 2023 - Legnano (Mi) - Teatro Talisio Tirinnanzi

25 marzo 2023 - Pontevico (Bs) - Teatro Comunale

19 marzo 2023 - Agugliano (An) - CineTeatro Ariston

11 marzo 2023 - Brenta (Va) - Chiosco del Parco Pubblico

10 marzo 2023 - Torino - Piccolo Teatro Comico

18 febbraio 2023 - Castellanza (Va) - Teatro di Via Dante

13 gennaio 2023 - Lentate sul Seveso (Mb) - Teatro Sant'Angelo   SO

19 novembre 2022 - San Giorgio Bigarello (Mn) - Auditorium del centro culturale

26 febbraio 2022 - Milano - Teatro La Creta

5 febbraio 2022 - Cesano Maderno (Mb) - Teatro CVP

15 gennaio 2022 - Madonna in Campagna di Gallarate (Va) - Teatro Nuovo

11 dicembre 2021 - Ascoli Piceno -  Palafolli Teatro 

                                        all'interno della rassegna di teatro nazionale AscoliInScena

                                            ascolta l'intervista su Radio Ascoli - guarda il video della serata di premiazione

27 novembre 2021 - Gattinara (Vc) - Auditorium Lux

26 novembre 2021 - Locate di Triulzi (Mi) - Sala del Teatro Oasi

22 ottobre 2021 - Azzano Decimo (Pn) - Teatro Marcello Mascherini  guarda il video del viaggio
                                      all'interno del 12° Festival Internazionale del Teatro Amatoriale Premio "Marcello Mascherini"

15 ottobre 2021 - Carugate (Mi) - CineTeatro Don Bosco (a porte chiuse per riprese video)

17 luglio 2021 - Valmadrera (Lc) - Centro Culturale Fatebenefratelli   SO

15 febbraio 2020 - Manerbio (Bs) - Piccolo Teatro Memo Bortolozzi   SO

8 febbraio 2020 - Vigevano (Pv) - Teatro Cristo Re

18 gennaio 2020 - Oreno di Vimercate (Mb) - Teatro Oreno   TXSO

11 gennaio 2020 - Milano - Teatro San Giovanni Battista   TXSO

30 novembre 2019 - Darfo Boario Terme (Bs) - Teatro San Filippo   TXSO

24 novembre 2019 - Milano - CineTeatro Maria Regina Pacis

12 ottobre 2019 - Magenta (Mi) - Teatro Lirico   TXSO

28 luglio 2019 - Cantù (Co) - Corte San Rocco   SO

10 maggio 2019 - Cologno Monzese (Mi) - CineTeatro Peppino Impastato

16 marzo 2019 - Tavazzano con Villavesco (Lo) - Auditorium Teatro Nebiolo

3 marzo 2019 - Milano - Teatro San Domingo

16 febbraio 2019 - Sannazzaro De' Burgondi (Pv) - Teatro Sociale

2 febbraio 2019 - San Martino Siccomario (Pv) - Teatro Mastroianni

13 gennaio 2019 - Milano - Teatro Guanella

12 gennaio 2019 - Milano - Teatro Guanella

20 ottobre 2018 - Rescaldina (Mi) - Auditorium Comunale

15 aprile 2018 - Carugate (Mi) - Cine Teatro Don Bosco

14 aprile 2018 - Carugate (Mi) - Cine Teatro Don Bosco

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SO

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TXSO

lo spettacolo è stato replicato 43 volte

ed è stato visto da 5284 persone

Gli Autori

Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière hanno sbancato i botteghini in Francia, con il loro film ma, prima ancora, con l’omonima pièce teatrale da cui è tratto. Ma va subito fatta una brutta nota alla distribuzione che ha stravolto immagine e titolo del film. La scelta caduta su un titolo come Cena tra amici vuole chiaramente evocare il successo, ormai datato, di La cena dei cretini di Francis Veber, anch’esso tratto da una nota pièce teatrale e anch’esso film “tutto in una stanza”. Ma la strategia distributiva, supportata anche da un manifesto ammiccante tutto corna e code da diavoletto, è sbagliata e mortificante per un film che, senza averne minimamente l’autorialità, si avvicina molto più a Carnage che non alla vecchia – e ampiamente sopravvalutata… – commediola di Veber. Questo Le Prénom – Il nome, non sarebbe stato un titolo fedele ed azzeccato? Si tratta infatti di una satira divertente e a tratti caustica della borghesia francese, dei rapporti personali e famigliari.
Il film parte da un assunto opposto a Carnage: lì due coppie che non si sono mai viste né conosciute si incontrano e si scontrano nelle quattro mura di una casa dell’Upper East Side newyorchese finendo per massacrarsi vicendevolmente nonostante un ecumenico assunto iniziale, qui i partecipanti alla cena si conoscono fin troppo bene, sono marito e moglie, fratello e sorella, amici da più di trent’anni eppure finiscono in identica misura a rovesciarsi addosso piatti e tavolini insieme ad “orribili verità”.
L’intento di Polanski e prima di lui di Yasmina Reza – autrice del testo teatrale di origine Il dio della carneficina – era chiaramente alto e metaforico, l’isolamento dei personaggi era propedeutico all’emersione del male nonché del malessere sociale, dell’impossibile ambizione alla democrazia, dell’irragionevolezza dell’uomo, essere umano autoreferenziale e cieco, della potenza dell’odio. Polanski e la Reza hanno messo in scena la parabola dell’homo homini lupus, spazzato via ogni illusione o aspirazione al buon senso o alla buona umanità. In questo Prénom si vola molto più bassi, estremamente più bassi. L’intento è quello di realizzare una buona commedia, l’ennesima francese dell’anno, con attori brillanti e quel briciolo di intelligenza che non guasta, che riattiva la circolazione cerebrale tra una risata e l’altra. Lo spunto è molto furbo e universalmente giusto: la scelta del nome di un prossimo nascituro. La coppia “di destra” rivela il nome che vuole dare al figlio che nascerà di lì a poco e la coppia “di sinistra” – rispettivamente sorella e cognato - erompe in un “non si può”, testimone uno storico amico di famiglia che solo per poco potrà mantenere un ruolo di neutralità molto svizzero…
Uno spunto semplice quanto brillante che scatenerà una serie di situazioni che poco a poco degenereranno in una cena delle beffe più che dei cretini. Ma il finale è di conciliazione, ruffiano come gran parte del film e lontano da ogni amarezza.
Un’ottima commedia da pubblico, insomma: ben scritta, ben recitata (e va detto anche ben doppiata per una volta, seppur si perde l’amabile musicalità della querelle francese…), non stupida seppur non originale (e sull’originalità c’è proprio una “simpatica” riflessione nel film…), leggera di una leggerezza piacevole, mai volgare. La critica – soprattutto quella ad un forzato “snobismo alternativo”, al presunto monopolio della sensibilità e della cultura, tipici di una certa sinistra - c’è ed è a tratti sapida, certamente ben scandita da dialoghi brillanti e scattanti come un treno in corsa.
Questo è in Francia il cinema di largo consumo, quello che in teoria dovrebbe, produttivamente ed economicamente, aiutare il Cinema, è il cinema popolare ma intelligente e mai volgare, non ambizioso o supponente, ben fatto, non sciatto, certamente non autoriale o “da festival” – se c’è ancora una dignità della selezione festivaliera nell’era delle logiche economiche, di potere e di favore – che noi non sappiamo più fare se non per alcune rare eccezioni.
E’ una visione che fa sorridere e più spesso ridere, non irrita e non turba. Non avrete visto un capolavoro, ma vi pare poco?

di Margherita Chiti per DOPPIOZERO

Note

(1) - 18 gen 2020, 15 gen 2022
(2) - 8 feb 2020, 15 gen 2022, 19 mar 2023, 25 mar 2023, 2 apr 2023

        24 nov 2023, 25 nov 2023

(3) - 19 nov 2022, 13 gen 2023, 23 giu 2023, 13 lug 2023, 16 mar 2024

Prenom Rassegna Stampa

Le Prenom - Cena tra amici

di Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière

Prenom Commenti

Sul foglio di sala che distribuiamo in occasione dei nostri spettacoli, chiediamo al pubblico un commento su ciò che hanno appena visto. Non solo complimenti ma anche critiche costruttive che possano servire a colmare le nostre lacune.

In questa sezione riportiamo tutto ciò che avete voluto trasmetterci.

i vostri commenti

Brenno di Arcisate - 16 marzo 2024

Bellissimo spettacolo! In un teatro di "periferia" abbiamo assistito ad uno spettacolo messo in scena da VERI PROFESSIONISTI! Complimenti, Grazie!

Complimenti. Bravissimi. Uno più bravo dell'altro. Bravi.

Super bravi e divertenti! A volte mi è sembrato un po' troppo veloce il dialogo! Grazie della serata! Continuate così...

Bravissimi nell'interpretazione. Nessuna titubanza nella mole di battute da ricordare. Professionali e coinvolgenti. Complimenti! Grazie!

Complimenti! Siete molto affiatati e sincronizzati! La commedia era molto interessante, non scontata. Mi è piaciuta molto. Grazie.

E' stato un de ja vu delle cene di famiglia con la mia ex fidanzata parigina.

Piacevole! Bravi!

Bravissimi! Davvero complimenti, avete tenuto un ritmo pazzesco!

Complimenti, è stato veramente divertente. Siete dei professionisti. Bravi.

Che dire: perfetti! Complimenti.

Bravissimi e spontanei.

***

Barlassina - 9 marzo 2024

Bravissimi. Complimenti e grazie della serata.

Grandi! Complimenti.

Divertente. Bravi!! Grazie.

Complimenti!! Non vedo l'ora di vedere il secondo spettacolo. A presto!

Bravissimi! Una piacevolissima serata. Grazie.

Bravissimi. Divertenti. Eccezionali.

Bravissimi tutti! Un bellissimo spettacolo!

***

Carnago - 25 novembre 2023

Nonostante la difficoltà dei testi la recitazione è stata ottima e la commedia molto simpatica.

***

Calusco d'Adda - 24 novembre 2023

Dialoghi brillanti, mi è piaciuto molto!

Bella opera e ben interpretata! Bravi!!!

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Tegoleto - 12 novembre 2023

Meravigliosi

Bravissimi, mi sono molto divertita.

Bravi. Attori veri!!!

Prima parte un po' monotona, la seconda più brillante. Attori bravissimi, complimenti.

Divertenti e bravi.

Grande professionalità e simpatia. Bravi.

2 parole solo per dirvi che vi ho trovato eccezionali, professionalmente "amorosi". La rappresentazione attuale e oltremodo simpatica. Grazie.

Apprezzatissima esibizione.

Complimenti. Davvero bravi e spassosi.

Bravissimi.

Molto bravi. Giusti i tempi. Un misto tra realtà e fantasia. Bravi!!!

La seconda parte ha dato un po' di brio a una prima un po' pesante. Per il resto bravi!

***

Macerata - 5 novembre 2023

Dei veri professionisti. Complimenti.

Bravi. Bravi. Bravi. Grazie.

Mi sono divertita tanto. Grazie. Tanto ritmo, tanti colori nei personaggi e tutto il resto e tante risate. Spero che riusciate a sentire le risate del pubblico perché ce ne sono tante e le meritate tutte. Un abbraccio.

Partito in sordina, un piacevole crescendo. Interpreti ben caratterizzati.

Bella interpretazione delle "normali" contraddizioni esistenti nelle relazioni famigliari. Bello in finale che invita sempre a trovare una via di uscita di conciliazione e "pace".

Avete saputo brillantemente trasmetterci l'atmosfera di un salotto borghese con le sue luci e le sue ombre.

Bravi. Anna non ha dato il meglio di se all'inizio, poi si è ripresa ed è stata convincente.

Partito con un ritmo troppo veloce e difficile da seguire e con un audio non ottimale... via via è stato un crescendo piacevole dove è uscito tutto il talento delle attrici e degli attori con caratterizzazioni azzeccate. Bravi!

Grazie, grazie, grazie! E' sempre bello vedere da spettatore qualcuno che ama così tanto fare quello che fate voi. Grazie per portare in scena la vostra passione. Al pubblico arriva tutto e regalate cose grandi. Spero di poter tornare a vedervi presto!

Una piece piacevolissima che racconta la triste realtà dei rapporti interpersonali, spesso malati e controversi. Babou è fantastica nella sua interpretazione così come Vincent. Ma non potrebbe essere altrimenti, sono fratelli!! Complimenti a tutti.

Bravi!!!

Tutti gli attori bravissimi. La prima parte del testo un po' pesante.

Dialoghi più chiari e ben scanditi, ha volte non ho compreso ma siete stati spumeggianti.

Molto bravi!!!

Veramente esilarante. Bravi. Recitazione forse un po' veloce. Quindi 9!

Valuterei l'opzione di microfoni ambientali o clip causa audio poco chiaro in certi passaggi.

Unico neo: usare archetti!

***

Covo - 13 luglio 2023

Molto, molto bravi. Una piacevole serata. Grazie.

Siete riusciti in uno spazio molto ridotto a costruire un racconto molto vasto e intenso. Bravi tutti. Complimenti. Emozionata e divertita!!

Veramente un bello spettacolo. Complimenti! Siete stati tutti fantastici. Innamorati di tutti i personaggi, ma specialmente dei fratelli Larchet.

Complimenti per preparazione e interpretazione. Si nota il lavoro dietro la performance.

Bravissimi! Babù è il perno.

***

Legnano - 2 aprile 2023

Ottima recitazione. Grazie per lo spettacolo molto piacevole.

Pur conoscendo la trama della versione cinematografica ho trovato la vostra trasposizione teatrale ben fatta, divertente e il modo più piacevole e rilassante per trascorrere una domenica pomeriggio. Bravi!!!

Uno spettacolo divertente, emozionante e coinvolgente. Grazie agli attori. I miei figli si chiamano Diego e Viola. Sono nomi ridicoli?!?!?!

Grande ritmo. Molto bravi!

Abbiamo deciso di rimandare la prossima cena tra amici... Grazie per gli spunti di riflessione e complimenti per lo spettacolo.

Complimenti a tutti. Recitato perfettamente! Tutti bravissimi.

Molto divertente. Complimenti!!!

Bravissimi! Spettacolo coinvolgente e divertente!

Spettacolo molto divertente e coinvolgente, attori tutti bravissimi. Tanti complimenti e grazie per queste due ore di allegria e spensieratezza che ci avete regalato.

Ogni attore ha fatto emergere la vera identità del personaggio. Fedele racconto di vita. Bravissimi.

Bravi. Molto coinvolgenti e convincenti. Opera molto riflessiva ma anche divertente.

Pomeriggio diverso ed inaspettato. Bravi!

Bravissimi! Grazie!

Molto bravi. Complimenti!

Complimenti. Molto bravi. Spettacolo veramente piacevole. Recitazione spumeggiante e fluida.

***

Pontevico - 25 marzo 2023

Leggero ma profondo. Bravi!!!

***

Agugliano - 19 marzo 2023

Faccio teatro da molti anni e ho avuto modo di apprezzare e no molti spettacoli di compagnie teatrali. Questa sera mi avete emozionato. Siete stati degli attori formidabili che hanno saputo far immedesimare nella scena il pubblico. Non vi conoscevo ma ora vi seguirò con attenzione. Grazie.

Interpretazione molto valida e attori veri. Sinceri complimenti. Buon proseguimento.

Complimenti!! Bel ritmo. Non era semplice!!

Nessuna critica. Spettacolo piacevole. Bravi.

I dialoghi iniziali sembravano un po' troppo ripetitivi, un po' lenti nel significato. La seconda parte è stata più interessante e significativa.

Complimenti per la rappresentazione di una commedia che ci lascia tanti dubbi su noi stessi e sulla nostra vera natura. Mi sono divertita. Bravi, bravi, bravi. Giusto un appunto: si sente il milanese!!! Ma a me piace!! Un arrivederci presto!

Molto bravi, complimenti! Arrivederci a presto.

Commedia non banale che apre il cervello e fa pensare. Bene così.

***

Brenta - 11 marzo 2023

Siete stato fantastici. E' un vero peccato che questa sera ci sia stata poca gente!! Meritate un bel teatro sold out!!

Divertente. Entusiasmante. Attori molto bravi. Avrei voluto che continuasse ancora un po'.

Bel ritmo. Divertente. Claude bravo! Babou incredibile. Vincent bel ritmo. Pierre. Avrei continuato a vedervi ancora! Mi siete piaciuti molto!

Tutti molto bravi!!! Serata piacevole e brillante.

E' stato un crescendo di sensazioni. Prima lente poi sempre più intense... alla fine "grandi". Complimenti.

La telefonata finale di Babou con la mamma, un piccolo capolavoro.

***

Torino - 10 marzo 2023

Finalmente dei bravi attori con una commedia non banale. Ottima recitazione. Scenografia molto "azzeccata". In conclusione: complimenti.

Bravissimi attori. Bella regia. Costumi curati. Scenografia gradevole e funzionale. Bravi!!!

Vi avevamo già visto ne "La cena dei cretini". Bravissimi allora e bravissimi questa sera. Complimenti. ... bello anche il pieghevole.

Bravi. Bravi. Bravi. Tornate presto, porteremo molti amici!!!! Ci avete fatto ridere e pensare. Grazie.

Cari attori, che emozione! E' stato inaspettato, una scoperta, una gran emozione. Forse l'ultimo spettacolo per mio papà e la sua piece preferita. Grazie di cuore. Grazie. Grazie. Bravissimi.

Siete stato veramente bravissimi. Ci avete fatto passare una bella serata. Perfetta sintonia fra di voi. Grazie!

Complimenti a tutti. Molto bravi. Ancora complimenti.

Molto bravi. Credibilissimi. Spontanei e avvincenti. Grazie per la serata.

Meraviglioso. Sono una assidua frequentatrice di teatri ma voi non vi conoscevo. Sono felice di aver scoperto questa realtà.

Molto bravi gli attori. Tutti. Il tema è molto interessante. Specie il secondo atto.

***

Castellanza - 18 febbraio 2023

Siete stati tutti molto bravi! Complimenti!! Ci avete fatto immedesimare nei ruoli.

Complimenti a tutta la compagnia. Una serata trascorsa in compagnia e spensieratezza. Grazie ancora.

Siete stati bravissimi. Le battute sono pronte. Simpatici. Espressivi. Siete grandiosi. Dovete girare nei vari teatri anche con questo perché ve lo meritate tanto. Bravi!

Complimenti, siete stati molto bravi, lo spettacolo non era facile. Piccola "critica": nel primo tempo era un po' lento il ritmo, ma nel secondo vi siete ripresi alla grande!! Grazie!!

Bravissimi.

Buona.

Ci sono mancati "Ciccio Traliccio" e "Lella Trivella", ma ci siamo divertiti lo stesso.

***

Lentate sul Seveso - 13 gennaio 2023

Grazie per la bella serata che ha permesso di lasciare fuori i pensieri e godersi la serata. Complimenti a tutti!

***

San Giorgio Bigarello - 19 novembre 2022

Spettacolo piacevolissimo. Brillanti, veloci, ironici. Bravi, bravi, bravi.

Da una giovane attrice di teatro tanti complimenti! Mi sono divertita tantissimo e siete stati tutti bravissimi! In bocca al lupo per i prossimi spettacoli!

Partenza incerta ma finale spassoso! Bravi!! Grazie.

Bellissima commedia recitata da attori di alto profilo (professionisti?). All'inizio sembrava leggerina simpatica allegra, invece poi molto attuale per i contenuti. Il fatto di dover programmare la propria vita su quello che la gente può pensare, essere molto democratici quando certi argomenti riguardano altri, mentre non si accettano quando capitano all'interno del ns nucleo famigliare e tanto altro. Poi VOI attori bravissimi, e anche l'aspetto fisico perfettamente distribuito nelle vs parti... cosa dire ancora, tanto di capello. L'applauso lo avete già ricevuto, per quanto mi riguarda ,GRAZIE.

***

Madonna in Campagna di Gallarate - 15 gennaio 2022

Eccezionali!!!

Bravissimi! Bel gruppo. Serata divertente. Grazie.

Bravi!! Ci avete fatto passare una bella serata. Ci mancava da tanto tempo. Speriamo che finalmente si possa ricominciare a trovarvi ancora sul palcoscenico. Grazie!!

Super bravi. L'augurio che il teatro vi doni tante soddisfazioni e gioia. Questa sera la gioia l'avete regalata a me. Grazie! Vorrei essere brava come voi.

Complimenti! Siete stati bravissimi!

Grazie per l'entusiasmo che mettete in ciò che fate. Traspare l'amore dalle vostre interpretazioni.

***

Ascoli Piceno - 11 dicembre 2021

Bravissimi. Carichi di energia!!

Fantastici! Non è un testo facile e voi lo avete interpretato brillantemente.

Belle. Bravi. Simpatici.

***

Gattinara - 27 novembre 2021

Eccellente recitazione. Bravi!!

Spettacolo molto ritmato, veloce, simpatico. Bravi!

Commedia molto divertente ed interpreti molto capaci e preparati. Abbiamo passato una piacevole serata in vostra compagnia. Grazie, siete bravissimi.

Bravi, bravi, bravi. Ritmo, tempistica di battuta, mimica. Grazie per averci regalato una serata di risate ma allo stesso tempo di riflessione. Bravissimi.

Sempre bravissimi. Che ritmo e che pathos.

Siete tutti bravi.

Tutti bravissimi.

Ancora una volta siete riusciti a farci trascorrere un paio d'ore di allegria! Complimenti davvero per la professionalità, bravi! Alla prossima... speriamo presto!

Testo molto brillante e ben recitato. Grazie!

Complimenti.

Super mega extra favolosi. Top Top Top.

***

Locate di Triulzi - 26 novembre 2021

Complimenti, siete stati tutti molto bravi. Avevo già visto questo spettacolo fatto da un'altra compagnia. E' sempre un bello spettacolo. Voi siete tutti bravi. Spiccavano molto Vincent e Babou. Complimenti davvero.

***

Azzano Decimo - 22 ottobre 2021

Bravi! Ho gustato il vostro spettacolo. Per questo non ci sono critiche da farvi. Quando in un gruppo non si distingue chi è il più bravo, il lavoro di assieme è stato, a mio avviso, eccellente. Un buon rientro e complimenti.

Bravi. Recitazione stupenda.

Direi molto bravi. Molto espressivi. Avete saputo trasmettere tutte le emozioni.

Siete bravissimi. Sono stata felice.

Bravi! Bravi!

Bravi. Un grazie a voi.

Molto bravi e professionali. Continuate così.

Siete fantastici.

Complimenti! Inizialmente sembrava un pochino "lento". Poi... divertito moltissimo!! Bravi!!

Complimenti agli attori. Per quanto riguarda lo spettacolo ho trovato poco gradevole l'introduzione dei personaggi da parte della voce narrante. Non mi pare necessaria e si "slega" dalla recitazione. Scusate la confusione. Comunque bello.

***

Carugate - 15 ottobre 2021

Commedia esilarante, attori bravissimi! Andate avanti sempre così, siete fantastici. 10 e lode!

Bravi. Mi sono divertita.

Molto vero. Reale. Attori molto bravi. Davvero complimenti. In bocca al lupo per il concorso.

Bello spettacolo. Molto bravi e divertenti.

Complimenti. Storia stimolate e brillante. Ottima recitazione.

Grazie dell'invito! Ottima rappresentazione ben condotta. Tutti bravissimi e coinvolgenti.

Tutti molto bravi, specie Silvia/Elisabeth.

***

Valmadrera - 17 luglio 2021

Grazie!!!

Niente suggerimenti. Tutto OK.

Attori bravissimi, c si dimentica che stiano recitando. Spettacolo divertente che mantiene sempre l’attenzione. Bravissimi!

Complimenti, molto bravi. Buona l’idea di questo pieghevole che introduce allo spettacolo.

Siete davvero bravissimi!

Elisabeth Garaud: perfetta come padrona di casa. Pierre Garaud: perfetto nella parte. Claude Gatignon: ottimo. Vincent Larchet: eccellente +++. Anna Caravati: ottima

Ho visto il film, siete stati molto bravi, anzi di più. Qualche parolaccia in meno però. Bravi!

Complimenti per la bellissima recitazione. Avete fatto e trasmesso una realtà con umorismo e semplicità. Bravi.

Complimenti. Bravissimi!

Bravi!

Bravi!! Complimenti.

Bravissimi. Complimenti davvero.

Bravi!!

Ma il sangue era vero?

Bravissimi.

Siete stati bravissimi. Mi avete fatto ridere.

Bravi.

Complimenti per lo spettacolo! Grazie per il vostro servizio, molto apprezzabile, fornito nel sito: la raccolta dei copioni è una splendida idea. Come compagnia ne abbiamo spesso approfittato.

***

Manerbio - 15 febbraio 2020

Grande classe e maestria per uno spettacolo delizioso.

Bravi. Bravi. Bravissimi. Ottimo ritmo e coralità.

Ho sentito dire di una compagnia di bravi dilettanti: ma quali bravi dilettanti? Siete dei grandi, che dico, bravissimi attori. Tantissimi complimenti e grazie della bellissima recita e serata.

Siete stati bravissimi!!

Bravi!!!!.

Bravissimi. Molto divertenti. Grazie.

Spettacolo divertente anche se il personaggio di Vincent predomina un po' su tutti. Bravo l'attore, un po' prorompente. Complimenti a tutti.

Grazie della splendida serata. Bravi. Divertenti. E' stata una bella esperienza.

***

Vigevano - 8 febbraio 2020

Bravissimi!!! Meglio di così... non avreste potuto fare. Grazie per la bellissima serata.

Che bella energia questa sera sul palco! Grazie perchè mi è sembrato di vederlo per la prima volta!

Testo difficile. Molto "francese". Recitato benissimo.

***

Oreno - 18 gennaio 2020

Siete stati fantastici!

Un po' prolisso il primo tempo. Esilarante e molto divertente il secondo. Attori bravissimissimi.

Molto bella e recitata benissimo. Complimenti.

E gli applausi del pubblico... che sono più di molte parole.

***

Milano - 11 gennaio 2020

Molto bello, tiene con il fiato sospeso in un crescendo di spettacolo ed emozioni.

Super bravi. Complimenti!!

Bravi. Grazie per la divertente serata.

Siete troppo bravi. Attori professionisti. Bravi!! Commedia brillante.

Minchia, avete bevuto però! Siete super. meglio dei professionisti!!!

Bravi e spontanei. Che dire del testo? Notevole come contenuto e con spunti di riflessione.

Molto bravi e positivi. Grazie per la vostra bravura.

Bravissimi! Speriamo di rivedervi presto.

Bravissimi!!!

Complimenti. Molto bravi!!

Complimenti bravi.

Spettacolo molto gradevole e attori molto bravi.

Bravissimi e divertente. Grazie!

Siete molto bravi. Anche se non nei soliti spazi vi siete adattati bene. Complimenti!

***

Darfo Boario Terme - 30 novembre 2019

Una commedia che rispecchia la vita reale. Complimenti a tutto il cast!

Siete bravissimi, come attori e come persone. Grazie!

Veramente bravi! Uno spaccato della vita reale!

Strepitosi. Gradevolissimo il tema. Alla prossima.

Siete stati bravissimi e grazie dell'esempio.

Veramente bravi!!! Grazie. Grazie.

Per me ho preferito la parte della padrona di casa.

Fantastici!!!! Bravissimi.

Veramente eccezionali. Ho passato una serata piena di emozioni. Grazie.

Siete stati strepitosi, divertentissimi e ci avete fatto veramente ridere!!

Lo spettacolo è stato coinvolgente all'inizio. Era troppo calmo ma durante lo spettacolo poi mi sono divertito. L'unica cosa che posso dire forse alcune battute non si capivano. Forse è meglio l'uso dell'archetto.

Siete bravissimi.

Siete stati bravissimi. Auguroni.

***

Milano, CineTeatro Maria Regina Pacis - 24 novembre 2019

Insolito ed interessante. Bravi!

Bravissimi! Avete realizzato la realtà della vita moderna.

Complimenti per l'ottima recitazione.

Dopo un primo tempo quasi prolisso, un secondo tempo straordinario e scintillante. Voi attori tutti bravissimi. Un pomeriggio che ha fatto dimenticare pioggia e malumori. Vi auguro il grandissimo successo che meritate.

Bravi!

***

Magenta - 12 ottobre 2019

Davvero bravissimi.

Bravissimi. Professionali. Spontanei. Divertenti.

Bravi e simpatici.

Bravissimi. Bel ritmo.

Spettacolo piacevole e allegro. Bravi.

"Cuscino curioso".

Siete stati molto bravi.

Siete stati bravissimi! Grazie.

Bravi, spontanei e divertenti.

Veramente una piacevole serata. Bravi! E grazie per il vostro impegno con la casa di accoglienza.

Siete dei grandi! Continuate così.

Molto bravi!!

Molto bravi!!! Commedia conosciuta che voi avete interpretato con una bella "verve"! Complimenti!

***

Cantù - 28 luglio 2019

Non vado a teatro tanto spesso quanto vorrei. Conoscevo l'opera per aver visto il film. Siete molto bravi. Spero di rivedervi.

Il totale silenzio del pubblico ha detto tutto: l'attenzione è stata catturata dall'inizio alla fine. La trama coinvolgente e rappresentativa della realtà. Bravissimi!!!

Mi sono divertita molto ed ho passato proprio una bella serata! Complimenti e grazie!

Non sono una esperta! Ma a noi è piaciuto molto! Grazie e bravi!

Abbiamo visto il film francese poi il film nella versione italiana ed ora voi... non siete da meno... complimenti!!

Complimenti. Si può ancora migliorare.

Bravi.

Bravissimi tutti. Complimenti.

Bravi!!!!

Semplicemente favolosi!!

Ci siamo molto divertiti!! Complimenti! (Solo un piccolo appunto: l'inizio è un po' "lento"...) Comunque tutto OK!! Grazie!!

***

Cologno Monzese - 10 maggio 2019

Soggetto divertente e ben interpretato da tutti. Mi è piaciuta in particolar modo Anna! Complimenti.

Forse una delle migliori repliche che ho visto. Qualche inciampo su Adolphe e Adolf. Qualche remix di campanello che ha dato brio allo spettacolo... Complimenti!

Eccellenti scenografie e costumi. Dizione da imparare! Attori preparati ma toni uniformi. I personaggi non sono ben caratterizzati. Ritmo uniforme e statico. Ottima idea i saluti finali.

E poi i commenti del pubblico chiamato a votare e il punteggio dato (in ventesimi)

Complimenti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (20)

Commedia "frizzante", buon ritmo (20)

Solo una parola: fantastici (20)

Bellissimo spettacolo. Divertente (16)

Molto piacevole e divertente (20)

Trama carina. Gli attori bravi (17)

Eccellenti! (20)

Bravissimi tutti (20)

Tutti molto bravi, convincenti, spontanei, veri (20)

Ottimo tecnico suoni: non ha sbagliato un colpo. Bravissima Babou!!! Scenografia un po' troppo "finta". Carine le musiche (16)

Bellissimi dialoghi. Attori molto bravi. (20)

Tutti molto bravi. Complimenti. (20)

Superlativi nella recitazione / memoria. Tempi teatrali perfetti e complimenti per l'aderenza al testo originale pur avendone fatto un adattamento personale e attento (20)

Mi sono divertita moltissimo! Bravissimi. (19)

Molto divertente. Bel ritmo e tanti spunti di riflessione sui rapporti familiari. (20)

Commedia divertente. Attori coinvolgenti. (20)

Interessante il testo. Bella scenografia e ben interpretato. (20)

Carino ma non entusiasmante (12)

Tutti bravissimi. In particolare Vincent e Babou (17)

Mercì et à la prochaime!! Bravo!! (16)

Naturalezza nell'esposizione di una situazione scabrosa in un crescendo di recitazione superba. Really good. (20)

Davvero bravissimi! Grande ritmo. (20)

Strepitosa. Bravi tutti. (20)

Adoro il teatro amatoriale. Ogni volta mi sorprendo a pensare che attori non professionisti superano di gran lunga attori professionisti. Grazie per avermi divertito. (19)

Molto bravi e tutti indovinati nella loro parte. Complimenti. (20)

Testo impegnativo, recitato con impegno e bravura. Dialoghi serrati affrontati con bravura. (20)

Testo complesso. Dialoghi serrati. Recitazione ottima. (20)

L'inizio, anche se un po' lento, è funzionale alla buona riuscita di uno spettacolo dinamico e denso di colpi di scena. (19)

Bravi. Spettacolo molto curato e coinvolgente. Regia davvero interessante. (20)

Una trama vincente. Il successo dello spettacolo è amplificato da dialoghi costruiti con il giusto equilibrio tra ironia e drammaticità. La voce narrante in sottofondo nella prima scena avrebbe forse potuto creare un coinvolgimento maggiore. (19)

Fantastici come sempre. Non deludono mai. Forza e avanti sempre così. (20)

Attenzione alla dizione!! Carini i saluti. (13)

Scenografie eccellenti. Dizione (da imparare!). Ritmo scarso. (14)

Spettacolo divertente con dialoghi un po' troppo lenti all'inizio. Meglio il crescendo del finale. (11)

Molto divertenti, pungenti, ma soprattutto realistici i personaggi. Complimenti! (19)

Gli attori hanno recitato molto bene. Molto ironici. La storia molto attuale. Complimenti!! (20)

Forse la prima parte un po' laconica. La seconda parte improvvisi sconvolgimenti. Bellissima. (18)

Pezzo difficile. Complimenti a tutti per la recita. (20)

Un po' lento il primo atto, ma dipende dal testo. (19)

Testo difficile. Risolto bene. (18)

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Tavazzano con Villavesco - 16 marzo 2019

Bravissimi!!! Complimenti.

Lo spettacolo l'ho adorato. Tutti i personaggi sono simpaticissimi! Una commedia che fa ridere il cuore. Bravi, continuate così. Un saluto affettuoso.

Bellissimo spettacolo. Complimenti a tutto lo staff. Tornerei volentieri! Grazie

E' stata una piacevolissima serata in vostra compagnia. Siete fenomenali. Vi rivedrei molto volentieri... Continuate così.

Commedia simpatica, intelligente, veritiera. Attori bravissimi. Speriamo di vedervi ancora con un altro spettacolo. Grazie per la bella serata.

Molto bravi. Commedia non semplice ma voi veramente espressivi. Il mio preferito è Claude.

Veramente molto bravi. Solo complimenti. Grazie.

Complimenti per la vostra interpretazione e un grazie per la serata.

Siete stati proprio bravi.

Arguto. Pungente. Irritante. Ma decisamente sincero. Grazie. Molto bravi. Meglio del film!!

***

Milano, Teatro San Domingo - 3 marzo 2019

BRA-VIS-SI-MI. Recitazione super. Avanti così.

Bravissimi. Naturali. Spontanei. Complimenti.

Bravi! Continuate così!

Ottima interpretazione. Bella commedia. BRAVI

Bravi. E' bello vedere la passione e la capacità dei veri attori anche se dite di essere alle prime repliche.

Bravi bravi. Non c'è nulla da cambiare. Siete perfetti. Complimenti.

Bravissimi! Conoscevo già la trama perchè ho visto il film ma l'avete interpretato benissimo con brio e belle battute. Grazie!

Primo atto buono. Attori molto bravi. Secondo atto idem. Gli attori (molto bravi) riescono a coinvolgerti e a partecipare alla scena sino alla fine. Ottimo spettacolo.

Intelligente. Frizzante. Divertente. Tornate presto.

Bravissimi. Spontanei. Credibili.

Intelligente e divertente. Vi aspettiamo ancora.

Grande interesse e divertente.

***

Sannazzaro De Burgondi - 16 febbraio 2019

A me piace tanto il teatro. Mi piace farlo e mi piace vederlo. Mi siete piaciuti tantissimo.

Siete stati bravissimi. Grazie. Continuate così.

Al top. Come sempre.

Eccezionali. 10 e lode.

Ho già visto "La cena dei cretini" e "Gli allegri chirurghi" e mi siete piaciuti tantissimo. Anche questa volta mi avete entusiasmata. Davvero bravi!!! Complimenti.

Bravi!

Molto bravi!!!! Bravissimi!

Super apprezzato!

Molto divertente, toccando temi molto sentiti e quotidiani. Bravi, molto bravi e grandi professionisti. Li consiglio!!!

Grazie per la vostra performance. Siete stupendi.

Mi è piaciuto molto. Siete stati bravi e anche molto divertenti.

Spettacolari. Bravissimi.

Bravissimi.

La storia la conoscevo per aver visto la versione italiana del film. Ma devo dire che il teatro è stato magnifico. Bravissimi tutti!!! Vi aspettiamo il prossimo anno con un'altra storia. Grazie!!!

A me mi è piaciuto tanto quando quello che poi diventa il patrigno sbatte la faccia contro il vassoio.

Bravissimi tutti!!!

Bravi! Molto bello, divertente e scorrevole! Mi è piaciuto molto!

Partito in sordina è andato crescendo ed ha colpito nel segno. Molto bravi.

Eccellente. Tutti bravi!! In bocca al lupo.

Siete stati bravissimi. Grazie. Tanti auguri.

Bravissimi!!! Tornate ancora.

Direi che siete ben assortiti tra di voi. Complimenti.

Proprio bravi!!!

...mi raccomando! Uscite tutti dal lato della cucina! San Genesio

E' stato bello e impegnativo. Però si potrebbe parlare di più di viaggi scoperte! Comunque molto bello! E potete anche cambiare più volte i vestiti!

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San Martino Siccomario - 2 febbraio 2019

Ottimo il risultato. Molto bravi!!

Complimenti. Bravi, gran classe!!

Fantastici! Allegri, chiari, con una "parlata" comprensibile. Claude: speciale il volo (quasi vero?). Anna: una vera mamma. Bravi davvero. Grazie.

Ben recitato. Una piece teatrale sorridente e amara nello stesso tempo.

Complimenti! Davvero bravi!

Complimenti!! Tutto perfetto... avanti così.

Molto ben recitato. Curato nei particolari. Complimenti. Ho molto apprezzato.

Molto bravi. Continuate così.

Bravi. Vi voglio vedere per la IV volta!

Mi chiamo Sandra e volevo dirvi che siete tutti fantastici. Siete molto bravi. Continuate così. Vi abbraccio tutti voi. A ricederci. A presto.

Favolosi. Bravi. Bravi.

Abbiamo appena visto il vostro spettacolo, siete incredibilmente bravi e non solo stasera, è dallo spettacolo La cena dei cretini che vi ammiriamo, io e mia moglie. Ho ringraziato Daniela che ci ha fatto conoscere la vostra Compagnia e non mancherò mai di vedervi. Ogni tanto rivedo i DVD che mi avevate inviato e continuo a pensare che continuate a migliorare. Stasera avete superato Voi stessi, siete stati veramente bravi, nella scena in cui l'attore cadeva, ho pensato che si fosse fatto male davvero, spero non sia così. Al Vostro prossimo spettacolo a cui noi non mancheremo di sicuro. Complimenti ancora

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Milano, Teatro Guanella - 12 gennaio 2019

Complimenti!! Tutti bravissimi. Entusiasta!! Da rivedere. Cercherò di pubblicizzarvi.

Sempre molto divertenti. Dopo "Gli allegri" si riconferma il mio apprezzamento.

Bellissimo spettacolo! Siete stati bravi! Tanta m...a per il vostro futuro!

Ero certa che Gttempo non mi avrebbe delusa. Dire bravi è banale. Dire grazie è ciò che sento di più perchè è difficile catturare l'attenzione per quasi due ore e aver voglia di vedervi all'infinito. Continuate così! Un'ammiratrice.

Bravissimi!!

Bravi. Vi conosciamo già perchè abbiamo visto altri spettacoli. Meritate un folto pubblico. Tra i due atti ho preferito decisamente il secondo. Comunque complimenti.

Uno spettacolo molto piacevole, tutto in crescendo. Le verità della vita espresse con ironia ed emozioni spontanee. Bravi!!!

Complimenti, siete degli attori eccezionali. Meritate una sala piena. Grazie. Bravissimi.

Molto bravi. Molto bravi. Molto bravi.

Veramente complimenti! Tutto bello, personaggi azzeccati, sceneggiatura scorrevole e piacevolissima. Attori non superficiali e sempre comprensivi.

Ciao, siete stati veramente bravi e divertenti! Saluto mio zio che ha rappresentato Pierre! Complimenti e buona fortuna per i prossimi spettacoli. Siete i miei preferiti.

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Carugate - 15 aprile 2018

Spettacolo coinvolgente. Attori preparati. Da rivedere!!!

Bravi bravi bravi!!! Divertente, scoppiettante, ritmo sostenuto in modo costante... avanti così! Complimenti a tutti.

Spettacolo molto molto carino. Brillante! Bravissimi tutti. Grazie per averci fatto passare una serata serena, molto piacevole! Continuate così!

Siete strepitosi come sempre! Attori ottimi! Regia ottima! Bravi, bravissimi!

Grande qualità. Tempo perfetti. Qualche parola non perfettamente udibile nel linguaggio veloce. Grazie.

Bravissimi.

Bravissimi! Peccato il personaggio Anna, o meglio chi lo fa.

Attori bravissimi, scenografie bellissime, storia divertente ma molto realistica.

Troppo bravi. Proposta culturale interessante.

Complimenti. Un po' difficile la parte iniziale che poi si lancia in una discesa divertente. Bravi!!!

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Carugate - 14 aprile 2018

Bella l'impostazione dei battibecchi. In alcuni mi ci sentivo. Divertente. Bello. Grazie come sempre.

E' vero... opera differente da quelle precedenti... ma fa riflettere, quasi disturba (e questo è un dono!), sorprende. GTTempo continua ad entusiasmare, anche da una nuova prospettiva. Bravi, bravissimi. Avanti così.

Innanzitutto complimenti perchè non sembrava una prima ma una commedia "navigata".

Complimenti. Molto bravi.

Bello.

Bravissimi. Metterei musiche francesi. Tutti bravi.

Molto bravi. Complimenti.

Le Prenom - Cena tra amici

di Matthieu Delaporte e Alexandre de la Patellière

Prenom AdV

Aneddoti, curiosità, buoni piatti o semplicemente cose da ricordare delle nostre trasferte.

Appunti di Viaggio

San Giorgio Bigarello - 19 novembre 2022

Un piccolo sobborgo culturalmente attivo grazie alla intraprendenza della compagnia IL PALCACCIO che da una decina d’anni organizza una rassegna premio. Tante volte ci siamo candidati, in passato con la cena dei cretini, tante volte siamo stati scelti. Poi, per calendari che si riempivano troppo velocemente, abbiamo sempre dovuto declinare. Questa volta ce l’abbiamo fatta. E ne è valsa la pena.

Accoglienza squisita: tanta cordialità e tanto mestiere. Una sala perfetta per gestire tutto velocemente. E un pubblico attento, curioso, preparato.

Noi avevamo tanta voglia di riprendere questo lavoro e lo si è capito sin dalle prove della settimana, dove anche lontano dal palco c’è sempre stata cura e serietà.

Con noi questa volta, nei panni del pizzaiolo, un rispolverato Davide Allegrini che ha lasciato la compagnia circa 15 anni (ma in fondo non se n’è mai andato davvero) ritrovando così un amico e un compagno di viaggio e cancellando in un niente un tempo sospeso che in fondo non sembra durato così tanto.

Insomma, tutto perfetto. Anche il nostro spettacolo. Una perfezione che ha avuto le sue sbavature. Ma in fondo perfetta anche per questo.

Valmadrera - 17 luglio 2021

“Teatro sotto le stelle” sono 15 giorni non stop di teatro all’aperto organizzato a Valmadrera da FITA Lombardia. All’interno di questa cornice, dopo quasi un anno e mezzo di fermo forzato, torna a farsi sentire Le Prenom. Era successo a Brescia. Era il 15 febbraio 2020. Quando ancora tutto non era iniziato. Si parlava di una epidemia asiatica che sentivamo lontana come altre, in passato. Poi il disastro e il silenzio. E oggi si torna in scena anche con questo spettacolo.

Per non farci mancare nulla c’è aria di concorso: il vincitore rappresenterà la Lombardia al concorso FITA Nazionale. Tensione e ansia da prestazione accompagneranno il prima e il durante.

Con la commedia torna in scena anche il nostro Bobone Stampellato, che dopo la rovinosa caduta sul palco di Carugate condensando inizio e fine in un battito di ciglia, ora finalmente ritrova mobilità e forza per tornare a calcare la scena. Per la sua soddisfazione e il nostro piacere.

Tra zanzare e il caldo opprimente ridiamo aria alle scene che ritroviamo in ordine e felici di tornare a riveder le stelle. Compostamente prendono posto sul furgone che ha la novità del montacarichi incorporato che non riusciamo a sfruttare diventando quasi un ingombro.

Strada facendo, sotto un sole che morde, scopriamo il dramma sfiorato delle bottiglie di scena da reinventare per un eccesso di smaltimenti rifiuti.

E arriviamo sul luogo della scena, un cortile chiuso tra due portoni che suggerisce amplificazione ma esorcizza gli archetti: la gestione insiste, noi promettiamo la voce.

La scarsa profondità del palco ci impone qualche invenzione per gli oggetti di scena, che troveranno posto ai piedi del palco imponendo qualche piegamento in più, ma si monta tutto facile e veloce. E abbiamo tempo, prima dell’arrivo del service locale, di fare gemellaggi con altre compagnie in gara, suggellati con il classico scambio delle maglie sudate e canottiere imbarazzanti da immortalare con la nostra scenografia come sfondo.

Poco più su le verdi colline del lecchese.

Poco più giù quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno.

Un accenno di prova per mettere in sicurezza qualche passaggio che le ultime prove hanno decretato fragile, ripercorrendo gesti e posizioni che le prove hanno rispolverato ma che solo il palco sa ufficializzare.

Lo spettacolo, orario fissato in epoca di coprifuoco, è alle 20. E l’attesa dei tecnici diventa preoccupante costringendoci al check sound con il primo pubblico che fa capolino in corte che rischia di versi spoilerato il finale. Sopra di noi l’ombra del campanile, che con i suoi assordanti rintocchi, ci ricorderà inesorabile che un’altra mezz’ora è passata, coprendo ogni rumore e voce al suo cospetto. E diventa il nemico da sconfiggere.

Il caldo ci incolla addosso gli abiti di scena, pensati per un’altra stagione. Un modo per entrare nel personaggio in modo ancora più intimo e deciso.

Mentre entrano i panini che gusteremo a fine spettacolo, usciamo ad affrontare il caldo, il rumore delle cicale e il sold out di pubblico annunciato nel pomeriggio, ancora frastornati e quasi increduli che sta risuccedendo davvero.

Sfilata di personaggi a percorrere lo spazio che separa gli improvvisati camerini al retropalco e si parte, live, orfani di mezza regia, rimasta al mare, e di sipario.

Gestiamo bene i rintocchi delle campane, che capitano quando meglio non si potrebbe, con giochi di sguardi e gesti che riempiono i silenzi offrendo a pubblico e giuria, una messa in scena misurata, cadenzata, pensata come spesso accade alla ripresa di uno spettacolo dopo tanto tempo, dimenticando gli automatismi della ripetitività e rendendo tutto più studiato e naturale e intenso.

Una piccola incertezza all’inizio del secondo atto, che inizia senza soluzione di continuità, ha solo scalfito una prestazione che, almeno secondo il nostro gusto, ha soddisfatto speriamo tutti, sicuramente le nostre aspettative.

Una bella serata, insomma, con tanti applausi e piena soddisfazione che si sfoga in un abbraccio che ci fa sentire famiglia, dentro e fuori dal palcoscenico.

Apprezzata anche dal nostro tecnico, una volta tanto signore in vacanza, con attività limitata ad alzar ed abbassare cursori.

Si smonta veloce per la fame solo sedata dai panini dello sponsor (da menzionare per la qualità) e per le braccia aggiunte al seguito che rendono più leggero l’ultimo gradino.

Poi si cena con i piedi sulla sabbia e il brasile nelle orecchie, masticando l’ottima carne del Cactus in una serata tiepida d’estate. In lontananza sembra di sentire anche il rumore del mare, ma è solo suggestione.

La tensione e alle spalle e sfoghiamo finalmente mandibole e chiacchere.

Lasciamo Valmadrera, ma solo per qualche ora. Domani ci aspettano i bimbi per le letture di fiabe. Sbirciamo l’orologio, ed è già oggi.

Manerbio, 15 febbraio 2020
Le presenze oggi sono ridotte al minimo sindacale. Anche la regia è costretta a raffreddare gli entusiasmi del bis attorale incoronata da un virus che la costringe a letto. La panchina lunga salva situazione e replica.
Il furgone si carica veloce anche con poche braccia, ad occhi chiusi, con gesti recitati ormai a memoria.
E si parte, subito, verso il bresciano. Chi preferisce il sonno, chi le chiacchiere, chi amene mete delle lontane Americhe, Mobile, per essere tassonomici, unico porto dell’Alabama, subito eletto a tormentone del giorno.
Aa attenderci un centro vivo della bassa bresciana, una vasta piazza, un ampio cortile ed un piccolo ma accogliente teatro.
Anche la timidezza del tecnico di turno, mascherata da burbero silenzio, si scioglie presto in gentile disponibilità.
Entrati nel tepore della sala, sembra di fare il bis con la settimana appena trascorsa, offrendoci alla vista un palco fotocopia di quello di Vigevano. Con qualche variante, che ci costringe a sacrificare il sipario e qualche difficoltà in più nel fissare a terra i pannelli, replichiamo la soluzione ormai nota sbilanciando in avanti la scena rispetto a fondale e laterali, con gli ultimi pannelli che si aprono a libro per non compromettere la vista del pubblico delle prime file.
Si ha tempo per un veloce ripasso dei punti che la ripescata Babou decide essere i più necessari. E si cena alla tavolata del deserto SCIA’ BAS, nome del quartiere che molti scambiano per esotico, in una geometria di sedute che vedrà la sinistra del tavolo gustare orecchiette con puntarelle e alici e la destra la leggera pizza napoletana. Entrambe le scelte azzeccate.
Spartizione equa dei camerini: alle 2 donne l’attico luminoso, spazioso, con ampi servizi, ai 4 uomini l’angusto monolocale più vicino ad una doccia per dimensioni e luminosità che ad uno spazio pensato per il cambio d’abito. A nulla valgono le suppliche di un giustificato change. Le cagnette non mollano l’osso e costringono i malcapitati ad abbandonare ogni velleità e cambiarsi in corridoio, che sembra ora la sala d’attesa del medico condotto.
Video San Genesio con il capezzale della regia per sentirla tra noi.
Un grazioso siparietto in bresciano a tratti indecifrabile, introduce in modo apprezzato ed innovativo il nostro spettacolo. E si parte.
Con un cliché in sala che si ripete puntualmente: palpabile attenzione nel primo atto che sfocia nella calorosa partecipazione del secondo atto. Ed una atmosfera nuova in scena, con personaggi misurati e tempi e modi che sul palco, confermati poi dal solito pubblico noto di tecnici e accompagnatori, arrivano semplicemente… corretti. Forse aiuta una pausa ridotta alle strette esigenze di sceniche. Neanche il tempo di sfumare la musica di chiusura d’atto che riparte quella del secondo, ad agevolare una sala che, senza diversivi, non ne vuol sapere di lasciare poltrona e filo del discorso. Ed anche il personaggio, senza interruzioni, resta intatto appiccicato all’attore, in una sorta di lungo atto unico che forse rende anche al pubblico tutto più vero e credibile.
Incredibile il lungo, interminabile, gratificante applauso finale, che spremiamo senza vergogna fino all’ultimo battito di mani. e che proseguiranno il giorno dopo, raccontato dalle numerose telefonate di complimenti a freddo che la direzione artistica della rassegna ancora riceve.
Più gustosa di altre volte la birra del Sayo, che chiude una parentesi orfana di una regia che abbiamo comunque cercato di tenere sempre con noi nei modi che la tecnologia oggi permette.

Vigevano, 8 febbraio 2020
Camion e auto intasano la piccola via che introduce al teatro. E quando finalmente si trovano le chiavi che danno accesso al tutto, come premio la nostra eterna riconoscenza, una catena umana di braccia giovani e vecchie, oggi davvero numerose, trasportano in un attimo tutta la scenografia sul piccolo palco.
Stretto di poppa e largo di prua il palcoscenico ci costringe a disegnare nuove geometrie, fino a spezzare la scenografia all’altezza del sipario per continuarla sul proscenio, a dare un senso a poltrone e tavolino che trovano posto solo a vista pubblico.
A completare la scena un provvidenziale portavivande dalle linee decisamente bohemienne che ricopriamo di liquori, alcuni di altre epoche, decisamente nostrani.
La disponibilità dei tecnici del posto è quasi asfissiante, ma precisa e premurosa. L’accoglienza di Carlo, compagno di tanti palchi, umile e solare. Tranquillizzante.
Trovata la quadra tra luci e scena, mentre sopra le nostre teste si consuma il rito della festa che ci costringe ad abbassare i decibel, si pensa a pancia e spettacolo.
Il primo lo si risolve strappando un paio di tavoli al vicino doppio malto che ci promette le sedute ma solo se arriviamo e ce ne andiamo presto. Il secondo ha invece un po’ di ansia in più da gestire.
Oggi è il giorno del debutto della nuova Babou, che, deciso per la panchina lunga e attori a rotazione, sarà interpretata ufficialmente per la prima volta, da Valentina, che cala i panni della regista per indossare tutte le indicazioni, le intenzioni, i toni e i modi prestati fino a ieri a Silvia. Filmato l’ufficiale debutto di Valentina sulle assi del palcoscenico come neanche a Venezia, si prova fino al limite della cena, in un clima che stempera la tensione con la concentrazione.
Il Doppio Malto, dall’arredo accattivante e dal cibo gustoso (voi animalisti non vi curate di lor, ma guardate e passate) ci regala una pausa di hamburger e birra (per alcuni) e coca (per tutti gli altri).
Poi la discesa verso il sipario.
Tutto arriva veloce e non ci permette di fare i conti con la novità. Il San Genesio viene interrotto da Miss Rotary 2020 (voto della giuria per la miglior cotonatura) che con un aplomb impeccabile introdurrà la serata con un piglio da signorina buona sera della prima tv con forti influenze cimiteriali.
E si apre il sipario sullo spettacolo. Oggi nuovo. Oggi, anche, gara.
In scena uno spettacolo diverso. Perché diverse sono le Babou che da oggi si alterneranno sulla scena. Cambiano i tempi, le cadenze. La costruzione delle battute. Alcune sfumature nelle intenzioni. E il resto della carovana segue la scia tracciata dalla regista che si fece attore, e scese in mezzo a noi.
Un paio di scivoloni di dubbia imputazione. Uno per atto, per non farci mancare nulla. Ma tutto sommato ben gestito, anche dalla scioltezza di Valentina che, con tanto mestiere alle spalle, non ha mai trasmesso, se non nei primi 10 secondi, l’ansia da prestazione.
Il numeroso pubblico ha avuto ha avuto una sua evoluzione. Un inizio rumoroso, colorato di cellulari accesi ad intermittenza, ultimo strascico del recente Natale, ha virato in una silenziosa attenzione del primo atto per esplodere in una divertita partecipazione per tutto il secondo atto. Fino all’esplosione degli applausi finali che non volevano smettere, costringendoci in un teatrino di ringraziamenti ed inchini che va sicuramente meglio curato.
Il Rotary, ora al gran completo, si spreca in ringraziamenti e complimenti che si concretizzano in tante strette di mano e in un gagliardetto che troverà posto nella bacheca dei ricordi. E anche miss Rotary ci arriva ora quasi digeribile, e comunque sincera.
In sala il nutrito nugolo di tecnici ci fa trovare il palco sgombro e il camion caricato nel tempo del cambio d’abito. E tutto è più facile e meno faticoso. Proviamo a rubare il carrellino, che ha fatto la sua porca figura, ma a Vigevano lascerebbe un buco incolmabile. Desistiamo.
Per chi non deve scappare a riempire box, si torna al Doppio Malto, dove restano birre e popcorn, salati, centellinati dalla proprietà, rubati agli altri tavoli dagli affamati attori che hanno trovato la sorpresa della cucina sbarrata. A discutere di uno spettacolo, bello, curato, sicuramente in crescita, ma che sembra stia prendendo un po’ troppo la via della comicità, cavalcando situazioni e risate del pubblico che invece, nelle intenzioni iniziali avevamo tutti fortemente esorcizzato. Rimetterlo nei binari o lasciarlo libero? Ai posteri (incontri) l’ardua sentenza.

Oreno di Vimercate, 18 gennaio 2020
Approfittiamo del furgone per recuperare mobili d’altri tempi per lo spettacolo che verrà. Ma ci serve meno tempo del previsto e quello che avanza lo investiamo per caricare le prenom, arrivando a destinazione con un anticipo che non trova impreparati i tecnici del luogo già ad attenderci.
L’accoglienza è da manuale, costretti ad applicare alla lettera, con malcelata sorveglianza, le regole del bravo ospite che deve muoversi con circospezione per non urtare la sensibilità della coppia di cani da guardia che non ci tolgono gli occhi di dosso per un solo istante. E anche la solerte mano che ci viene offerta nel trasportare pannelli e suppellettili è più animata da scarsa fiducia che da carità cristiana.
Parcheggiamo nei camerini lo strudel che Nicoletta ha confezionato ma che per decreto regio non potrebbe entrare in teatro, sperando che il profumo della cannella sia sfuggito ai Cerberi.
Dopo tre rimproveri ed una decina di occhiatacce la scena è pronta. E sui volti dei guardiani si dipinge una innaturale smorfia di apparente serenità. Ma la spada resta comunque sguainata (si sa mai!)
Orfani di Pierre, che ci raggiungerà solo per la cena, decidiamo di provare i soliti passaggi cruciali, soprattutto a servizio dell’uomo delle pizze che oggi vestirà i nuovi panni di Fabio, in attesa del definitivo upgrade al ruolo di Pierre.
Arriva un po’ a sorpresa la decisione della regia di provare l’intero secondo atto, che tra stanchezza e mancanza della formazione ufficiale, non trova la concentrazione e il risultato attesi dalla direzione.
E sul palcoscenico si consuma, vero, quello che di lì a poco andremo a ribadire nella finzione scenica. Perchè “ci sono cose che, a lungo, vengono tenute inespresse, ma una volta riversate fuori dalle labbra, non tornano indietro.”
Le parole urlate si spengono nella sala sorda, lasciando un’eco muta, e per questo ancora più rumorosa. Gli animi restano scossi. Li proviamo a sedare nella cena, oggi a base di panini (e un azzardato pizzocchero) ai tavolini del vicino Lumiere. Con il cibo si manda giù anche qualche boccone amaro, che non potrà avere soluzione questa sera, ma che sembra essersi ragionevolmente spento nell’impegno di tutti nel garantire concentrazione e compattezza.
Lasciando da parte i rancori che il tempo o il chiarimento risolveranno, entriamo nei rispettivi personaggi. Chi per la prima volta, chi da sempre. In un camerino che di sconveniente ha solo la promiscuità. Confortevole il resto.
E quando l’introduzione e il fastidioso rumore del riscaldamento finalmente tacciono, il sipario parcheggia ogni indecisione e malessere per lasciare il posto alla concentrazione della messa in scena.
Qualche errore. Una cadenza imposta dall’eco della sala che non permette di correre troppo, ma lo spettacolo non ne risente. Anzi. Il numeroso pubblico segue curioso il primo atto e sale sul palco nel secondo, in un crescendo di coinvolgimento e calore che esplode in un applauso finale che dobbiamo interrompere, a malincuore, per dedicarne le giuste porzioni a tutti i protagonisti, anche quelli che sul palco salgono solo per il lavoro sporco.
E mentre i segugi, scopriremo non volontari ma di professione, danno ritmo allo smontaggio, consumiamo alla chetichella uno strudel che meriterebbe i riflettori dei palchi più importanti. Quel che avanza sarà annaffiato, in un abbinamento forse un po’ azzardato, dalla birra del Sayo, che si apre con i commenti del pubblico, più nostri che nostrani, e si chiude con l’ultimo brindisi che archivia uno spettacolo che sulla scena ha alternato gioie e dolori, fortunatamente in ordine inverso.

Milano, Teatro San Giovanni Battista, 11 gennaio 2020
Doppio impegno. Due palchi. Quello pomeridiano con le letture che accompagnano la premiazione biennale del concorso liberi di scrivere, dove il gruppo è partner storico. E quello serale per una nuova replica, la prima del nuovo anno, di PRENOM.
E il gruppo si spacca, che una piccola intersezione che dovrà correre per tenere il piede in due scarpe.
Il palco è quello del San Giovanni Battista di Milano, per gli amici ‘il Bicocchino’, dove la messa in scena parla di solidarietà, all’associazione “Il mondo è la mia casa” a cui da tanto, troppo tempo, non dedichiamo una replica. Emozionante ritrovare persone che nel tempo sono diventate amiche, in una semplicità di gestione dei rapporti che rende tutto facile e piacevole.
Il palco non è dei più grandi. Sacrifichiamo qualche pannello e la scena calza a pennello.
E dal montaggio si passa al personaggio senza cena di mezzo, rimandata, solo per oggi chiederanno poi a gran voce gli attori, al termine di tutto. I camerini, già spogliatoi della squadra di calcio locale sono ampi, ma freddi. Chi non opta per il palcoscenico, si raggomitola intorno all’unica stufetta che emana una vaga idea di calore.
L’impegno richiesto oggi è massimo, come di base lo è sempre, con lo sprone in più dettato oggi dalle due telecamere in sala che garantiranno nuove riprese a svecchiare le malmesse del debutto.
Un san Genesio che battezza anche il gol dell’Inter sull’Atalanta che tiene i nerazzurri in testa al campionato ci proietta all’apertura del sipario.
Primo atto ineccepibile. A tratti accelerato, ma sempre nel rispetto dei limiti di velocità consentiti dall’opera.
A darci una mano un pubblico attento che coglie e partecipa alle sfumature, anche le più argute, del testo.
L’intervallo rasenta i minimi sindacali. Il pubblico, incollato alla poltrona, ci costringe ad un rapido aggiustamento delle scene ed alla rinnovata apertura del sipario. Su un secondo atto che tiene botta anche se con qualche sbavatura di memoria e ritmo rispetto al primo.
Non rallenta invece la partecipazione del pubblico, che ci regala insistenti applausi fin che restiamo sul palco, e pacche e strette di mano quando rompiamo la quarta parete e scendiamo tra gli spettatori.
Sul tappeto restano i cocci dell’ennesimo bicchiere che ha dato la vita per rendere ancora più credibile la scena della caduta.
Le tante braccia al seguito rendono veloce e leggero lo smontaggio. Mentre dalla cucina arrivano finalmente i profumi della cena. Che consumiamo con la leggerezza del dopo spettacolo con gli amici del Bicocchino e le chiacchiere rese vivaci dal vino che il pre spettacolo è invece costretto a bandire.
E si torna sereni nel freddo della notte che il calore dell’amicizia rende meno rigido.
Nel frattempo l’atalanta ha pareggiato. Campione di inverno, ancora una volta la Juventus. Ma è solo un rumore di fondo.

 

Darfo Boario Terme, 30 novembre 2019
E’ già Natale a Darfo. Strenne natalizie, Babbi Natale, bancarelle con dolci e addobbi ingombrano le vie del centro. Musiche celestiali avvicinano al paradiso. E rendono un inferno il nostro arrivo.
Il teatro, nascosto tra le più anguste vie del borgo antico, sembra impossibile da raggiungere. E senza la promessa guida che avrebbe dovuto scortarci a destinazione, arrivare alla meta somiglia molto ad un “Escape Room”, anche con le indicazioni telefoniche che tra il bresciano stretto e i mancati punti di riferimento, servono solo a confondere. Dopo qualche transenna spostata e qualche senso unico preso in contromano, siamo a destinazione. Sul tappeto solo un ferito: il paraurti del mezzo troppo grosso per le strette vie del centro. Sapremo con il tempo l’ammontare del danno, che vivremo come un sentito regalo di Natale.
Fin qui era andato tutto bene. Bella la giornata finalmente luminosa. Bello l’agevole carico con il rinforzo oggi di tre minorenni che per entusiasmo ed energia valgono per sei. Su di loro puntiamo per aumentare gruppo e passione e diminuire la fatica. Ed anche per questo li addobbiamo subito con i colori sociali imposti dalla felpa che indossano con meritato orgoglio.
Recuperiamo le fatiche della guida con un carico che il Teatro San Fedele prevede agile e veloce: dal camion al palco in un amen, mentre si progetta, con otto mesi d’anticipo (giusto per entrare nella parte) l’escursione estiva del gruppo, la GTT gita: Gita Trekking Terme, che i più pigri (e golosi) vorrebbero Gita Trattoria Terme.
Più che la scenografia prenderà tempo il montaggio del nuovo attaccapanni, che vedrà impiegate 5 persone in una sincronia di idee e azioni che fa molto team building. Adeguato, il vecchio, ma mai asciugato del tutto macchiava di vernice gli abiti di scena. All’ennesima chiazza è scattata la sostituzione.
All’appello manca invece il braccio armato della regia. E le prove pre spettacolo, che sdoganano alcuni passaggi ormai messi a fuoco ma ne introducono altri, di cui si è persa lucidità, si fanno in un clima più rilassato. Troppo.
L’esuberante ingresso musicale dell’energica Fulvia porta una ventata di allegria, decisamente a cadenza bresciana. E maestranze al seguito, in un orario più da tarda merenda che da anticipata cena, si va al Campanile, la cui ombra dà il nome al ristorante. Pizze gourmet gustose e innovative ed un servizio curato ed elegante ci fanno dimenticare che dobbiamo ancora andare in scena, con apertura del sipario anticipata alle 20.30 rispetto al solito.
Concomitanza di eventi e strade chiuse non promettono il pubblico che invece poi arriva. Se non numeroso, decisamente sopra le aspettative. Anche per presenza e calore. Entra alla perfezione sulle note dell’amara comicità che il testo impone, fino ad apprezzarne anche le più sfocate sfumature. Apprezzando una messa in scena che, a onor del vero, poteva essere più attenta, curata e misurata. Ha guadagnato in intenzioni, in un secondo atto che riesce sempre più a sorprendere del preparatorio primo, ma ha perso in memoria. Monito a non abbassare la guardia.
Ce ne torniamo a casa nel freddo pungente delle valli solo dopo aver brindato all’ennesimo compleanno del pizzaiolo. Sulla strada scorrono i presepi illuminati dei paesini abbarbicati sulle Prealpi che sfumiamo a destinazione in un brindisi a base di birra al solito Sayonara. Per oggi le fatiche sono finite. Il camion lascerà intonso il silenzio della notte. Si scarica domani.

 

Milano, CineTeatro Maria Regina Pacis - 24 novembre 2019
Trasferta agevole per distanza, antipatica per umidità. Dopo giorni grigi di pioggia e vento, la domenica della nostra replica prometteva schiarite non mantenute. Le pesanti nuvole trattengono l’acqua per scaricarla nei momenti più critici del trasbordo scene.
L’aperitivo che inaugura il Natale nella cooperativa che ospita i pannelli aggiunge braccia al lavoro. Riduce i tempi e la fatica. Ma non asciuga. E si tinge di emozione per l’esordio di Marta nel cuore del tecnico.
Lo spettacolo è alle 16.00. Misurati i tempi, che risulteranno poi abbondanti perché il palco in perfetta bolla, rende tutto facile. Nonostante chi sbaglia strada più volte. Nonostante chi ci raggiunge a giochi fatti.
I pannelli si incastrano quasi fossero pensati per questo palco. E sulla scena registriamo un simpatico video per gli amici palermitani che a dicembre ci vorranno ospiti per un galà che vuole premiare oltre al teatro dialettale anche la costanza e l’impegno del nostro lavoro.
Il video ci piace fino a volerne confezionare uno senza le specificità siciliane, per mandare un saluto sincero e colorato a tutti gli amici del GTTempo. Immortalati anche un paio di strafalcioni linguistici tagliati dall’ufficiale ma rimasti negli archivi a futura memoria.
Le lancette sembrano muoversi a rilento oggi. Ci ritroviamo in tasca più tempo del previsto che ci regala un po’ di tranquillità prima della discesa sul palco. Ma questa sensazione dura poco.
In zona Cesarini, consumato l’ultimo boccone di chi ancora non aveva pasteggiato, quando i primi personaggi stanno già prendendo forma, si consuma il dramma. La direzione artistica dell’evento, in nome di un non meglio chiarito recente trascorso, ci chiede, nonostante fosse noto il testo presentato, di rivedere, ridurre, azzerare, ripulire quanto possibile, il linguaggio del testo che, talvolta, presenta frasi colorite a rendere più vero e credibile il vissuto rappresentato.
E’ un problema. Perché anche volendo scorrere velocemente tutto il testo, è complesso individuare tutti i punti, isolare i sacrificabili e mettere in agenda, in corso di recita, il lavoro di pulizia. Si va in scena così, con un occhio alla memoria e uno all’improvvisazione, cercando di accontentare pubblico e copione. Ma senza serenità d’animo e troppo attenti a ciò che si deve e non si deve dire. Rincara la dose il baffo che spaventa il pubblico, su di età ma mica scemo, paventando la modernità del testo come invalicabile difficoltà alla comprensione.
Ne siamo disorientati. E il silenzio che ci arriva dalla sala, non certo gremita, aggiunge incertezza al dubbio.
Saranno gli applausi ed i commenti alla fine dello spettacolo che cancelleranno ogni perplessità. Ed i numerosi complimenti che sottolineano la particolarità del testo e la sua credibilità, ci raccontano di come ancora una volta il pubblico in sala è più intelligente, ricettivo, attento, curioso e coraggioso di organizzatori conservatori e mal disposti al cambiamento.
Adesso la pioggia sembra meno bagnata. E anche se le scale che portano al furgone sono in salita, il sollievo del dopo spettacolo rende più leggere le scene e più forti le gambe.
Ci si compatta a Carugate per finire a birra e pizza anche con chi non ha seguito la trasferta, con una chiusa che oggi è d’obbligo: “Vaffanculo!” “Ah no!” “Ah si! Vaffanculo!”

 

Magenta - 12 ottobre 2019
Superate le incertezze che il diritto d’autore aveva paventato si torna in scena dopo la pausa estiva.
Al Lirico di Magenta si entra in punta di piedi. L’imponente affresco sul soffitto, la buca dell’orchestra, le comode poltrone di velluto rosso, gli ampi spazi per attori e attrezzeria. Tutto ti fa sentire importante.
Ed è un onore aprire la nostra stagione di repliche in questa cornice. A dare una mano alla Casa dell’Accoglienza di Magenta che dopo anni a ritrovato spazio ed energie per organizzare, con il nostro aiuto, un momento di convivialità per presentarsi e raccogliere qualche contributo.
Per motivi ancora da sondare la risposta, almeno in prevendita, non è stata delle migliori. Al botteghino si recupera un po’ di ossigeno, ma alla fine non si conteranno 200 persone in sala, in un deserto che ne potrebbe ospitare più di 400. Si riflette su cosa è successo dopo il tutto esaurito dell’altra cena, ormai 10 anni fa. Ma su questo punto ci sarà tempo per tornarci e costruire nuove dinamiche insieme.
Coccolati da un gelato che patacca magliette e alza glicemie (misurate e confermate in tempo reale), si attende l’arrivo delle scenografie che prendono velocemente posto, lasciando tempo e spazio alle prove pre spettacolo a ripassare i consueti punti critici di memoria ritmo e coordinamento tecnico.
Con noi il trio tecnico ammantato di rosso: le giovani braccia Riccardo e Mario, che portano freschezza e nuova energia, capitanate dall’esperienza solida e granitica di Stefano.
Tarda ad arrivare quel che resta della regia, assorbita da un funerale che troppo presto ha rapito alla vita la vivacità di un collega di cattedra.
Al termine delle tappe obbligate, restano una manciata di minuti. Chi li dedica al profondo letargo, chi a un più tranquillo riposo, chi all’alcool di un aperitivo che vuole ridare spirito agli animi affranti.
Ci ricongiungiamo alla Casa dell’Accoglienza, che dopo una introduzione a cielo aperto su storia e mission, ci accoglie tra le sue mura per un gustoso unodue fatto di risotto allo zafferano e coniglio con patate e olive (no, non è alla ligure!). Se avesse Trip Advisor sarebbe tutto da 5 stellette.
Si torna in teatro. Con la tensione del primo spettacolo. In fondo se ogni replica è comunque un debutto, a maggior ragione lo è il primo spettacolo della stagione.
Incertezza, paura e un po’ di curiosità, mentre il pubblico rumoreggia in sala.
E siamo bravi. Azzeriamo la pausa estiva con una bella prestazione che ha da annoverare solo qualche altalenanza nel ritmo, a volte tirato a volte lasciato andare. Comunque entro i limiti che la decenza accoglie tra le sue braccia.
E un fuori programma. Il “cuscino curioso” che si abbarbica al gilet di Claude che, colorata e goffa coda, crea un siparietto tanto naturale quanto divertente che ancora mi chiedo come gli attori in scena abbiano saputo gestire senza tracimare in una risata che forse avrebbe reso il tutto ancora più credibile e naturale.
Il resto è noto. Complimenti. Applausi che non si spengono. Mani da stringere. Smontaggio. Camion. Auto. Casa.
I più fortunati, esenti dal riporre le scene nel box, si concedono una birra, oggi limitata a pochi. La stagione è iniziata. Il Gruppo c’è!

Cantù - 28 luglio 2019
Ultimo appuntamento della stagione che ha visto l’ufficiale debutto di questo spettacolo su palcoscenici diversi dal nostro. Abbiamo raccolto consensi e riconoscimenti, a tratti anche inaspettati, e chiudiamo così, tra i balconi della corte San Rocco che la Pro Loco trasforma da qualche anno in arena. A qualcuno riporta alla mente il Globe di Shakespeare. Ma ci rifiutiamo di recitare in inglese una pièce francese su territorio italico. Viva l’Europa.
Il tempo è incerto. Da giorni. E da giorni si sta valutando la definitiva location dello spettacolo (in alternativa la soluzione indoor del teatro locale). Arrivati sul posto, un colpo di coda del sole fa ben sperare e si decide, imbeccati dall’organizzazione, di restare in corte, per dare credito al nome della rassegna, che oggi chiudiamo.
Sotto un sole che disegna geometrie spigolose costruiamo la nostra scena su un palco (nuovo) che troviamo più ampio e agevole del previsto.
Qualche folata di vento fa abbattere con uno sbuffo indolore un pannello abbandonato a sé stesso, costringendoci a mettere in sicurezza il tutto. Ma la cosa è facile. E il risultato garantito.
Si fa veloce. E resta il tempo per pianificare con calma prossimi impegni e lezioni di Burraco, respingendo i gustosi attacchi di un personaggio felliniano afflitto da manie di persecuzione omicida e le sparate di un probabile spettatore che si diverte a ostentare la figlia come fosse l’amante. Ma non ci diverte.
Si torna al Marechiaro che troviamo pigramente adagiato su una sedia. Chiediamo un dito. Ci danno un braccio. E mentre i camerieri arrivano alla spicciolata, ci troviamo accomodati e serviti e riveriti come dive. In regolare e premurosa sequenza arrivano ordinazioni (ripetute in una lingua che mischia le vocali senza compromettere il significato) bibite, pizze e caffè.
E anche Marco e Amedeo, in trasferta obbligata dalla Calabria, che ci raggiungono per il boccone dell’attore, si mettono velocemente in pari. Pizza nella media. Ma l’apprezzato e devoto servizio portano questo locale al top.
Si torna alla corte. Le sedie sono apparecchiate. Sul palco, sistemando ciocche di capelli mai domi, Barbara D’Urso lancia una diretta facebook di protagonista e regista (oggi al 50% per ferie sopraggiunte) che si chiude con un bacio galeotto che non sfugge all’etere.
Poi la gente inizia ad occupare gratuitamente i primi posti, fino a riempire la corte. Dai balconi si affacciano gli indigeni.
Ora è buio. Un leggero e fresco venticello scongiura il sudore degli abiti di scena. Bene così.
Sono le 21,15. E si parte. Come da programma.
Nell’aria una tv che urla parole a vanvera. Poi campane. Moto. Aerei. Bimbi che giocano smodatamente nel cortile di fianco. Ma in fondo non disturbano. Riuscendo quasi a rendere più vera la situazione che lo spettacolo racconta. Che vuole essere credibile. E quindi imperfetta.
Rumori che fanno da contrasto al silenzio della corte che subito entra nella storia e la segue rapita.
Da parte nostra tante le sbavature. Ben gestite ma comunque presenti. L’intervallo praticamente azzerato ci ha permesso di non perdere il ritmo e di restare concentrati. Non facile in un contesto dove salta ogni meccanismo teatrale e non c’è barriera alcuna tra pubblico ed attori.
Ne usciamo contenti. Contenti di esserci misurati con questo spettacolo in un contesto ancora nuovo e non semplice. Contenti di aver saputo gestire la scena ed aver offerto ancora una volta una prova positiva.
Riponiamo tutto. Velocemente. Pronti per la meritata pausa estiva.
E mentre le scene rientrano ai box, c’è chi riparte per la Calabria (2400 km in due giorni per il piacere di stare insieme: grazie), chi saluta la figlia per l’anno sabbatico, chi si prepara con calma alle vacanze estive e chi pianifica tornei di Burraco.
E ci si dà appuntamento per la prossima stagione. A D’Arborio piacendo.

 

Cologno Monzese - 10 maggio 2019
Prove tecniche di trasmissione. Anzi. Di trasporto. Abbiamo sempre abbondato in spazi e dimensioni nei mezzi che hanno traslocato le scene dello spettacolo da box a palco. Oggi, per la prima volta, ci ritroviamo a comprimere tutto nel “passo lungo” che, a discapito del nome, ha uno spazio decisamente ridotto. Ma è più facile di quanto potessimo ipotizzare. Un buon gioco di intuizioni e fortuna incasella tutto, aprendo la via a future economie di spazio e di spesa.
Neanche il tempo di chiuder il portellone su un carico ordinatamente stipato che ridiamo ossigeno alla scena dopo un viaggio che chiamarlo tale ne gonfia l’ego. Pochi chilometri. Pochi minuti. E siamo al Peppino Impastato di Cologno, dove una folla caotica non aspetta il nostro arrivo ma gli alunni in uscita dalla vicina scuola.
Guadagnato sgomitando l’ingresso di servizio del teatro, spieghiamo la scenografia sul palco: un rettangolo rialzato di assi scricchiolanti senza sipario ma perfettamente in piano. Facile piazzare la scenografia quando l’unico vincolo, oltre alle dimensioni del palco, sono garantire la massima visibilità ad una platea che distribuisce le sedute ai lati lasciando inspiegabilmente uno spazio deserto al centro, il più ambito ma qui adibito a enorme corridoio d’ingresso.
Facile rimediare alle dimenticanze del tecnico con veloce fuga a ritroso a casa per tornare nel balconcino dedicato alla regia con tutto l’utile per la messa in scena.
La giornata è calda. Il clima, fuori e dentro il buio della sala, rilassato.
A spizzichi e bocconi arrivano tutti, per gli ultimi aggiustamenti della scena e per una prova veloce oggi ridotta alle esigenze imposte dal mancato sipario. Nulla più.
Un sopralluogo nelle vicinanze esclude ogni soluzione culinaria prossima al teatro. Torniamo alla collaudata Ginestrino, percorrendo i 1000 metri che ci separano dalla meta in 12 minuti netti. Abbiamo tempo, si può andare anche a piedi. Il locale intimo. La pizza dignitosa. La regia oggi dimezzata si concede l’alcool di una birra, strizzando l’occhio ai forzati astemi. La via del ritorno è più lunga per chi lascia la strada vecchia per la nuova affidandosi all’orientiring sfortunato di chi il navigatore dice di averlo nel sangue rischiando poi di arrivare a destinazione a spettacolo iniziato.
Il primo sparuto pubblico che si affaccia al teatro poco dopo le 20.00 fa ben sperare ma ci costringe al chiuso dei camerini con più tempo del dovuto per vestire i panni della serata. La sala nel frattempo si riempie oltre il visibile, occupando posti che vedranno più spalle che volti. Ma la cosa ci piace.
Due parole dell’assessore che chiude la rassegna e apre lo spettacolo e le note francesi ci spingono in scena.
Lo spettacolo ci piace. Ci diverte. Misurato. Tempi giusti. Battute prima pensate poi vissute. Sfumature nuove che rendono tutto ancora più sinuoso, colorato, curato. Maturo. In scena siamo naturali e apparentemente tranquilli ben incanalando l’energia dell’emozione che ogni spettacolo scatena. Qualche piccola sbavatura recitativa perché la perfezione non è di questo mondo e tecnico che si improvvisa dj facendo scratchare un paio di campanelli. Anche la regia, proverbialmente critica, arriva rilassata alla fine del primo atto e apprezza l’intero spettacolo al termine del tutto. Gustiamo, meritati, gli applausi finali. Che non si spengono. Solo una donna, capelli bianchi, resta immobile, impermeabile all’entusiasmo di palco e di sala.
Il dopo spettacolo si consuma in saluti a bordo palco di amici e conoscenti che la vicinanza a Carugate ha portato da noi, mentre il pubblico, ora giurato, si spreme nel compilare una scheda densa di critiche e giudizi che, mediati, sanciranno il vincitore della rassegna concorso. Il verdetto dietro l’angolo, tra 15 giorni.
Il fiato sul collo del custode ci costringe ad aumentare i giri per smontare velocemente e avere il tempo di un brindisi a canna per spruzzare di bollicine il compleanno di Babou. Una fetta di torta, che trangugiamo in compagnia. E una fetta di torto che ci sentiamo di dare ad un commento raccolto che esalta il contorno ma distrugge gli attori, descrivendo uno spettacolo agli antipodi rispetto al nostro sentire e che riconduciamo a quelle braccia immobili rispetto agli applausi della sala. Peccato non avere la possibilità di un confronto per capirne, costruttivamente, le motivazioni.
I superstiti finiranno la serata al Sajo, con l’ombra di un commento che ancora non ci lascia.
Solo in parte l’onta sarà smacchiata, il giorno dopo, quando lo stesso spettacolo, ma di qualche mese prima, si aggiudica il premio di gradimento del pubblico al S.Domingo di Milano.

 

Tavazzano con Villavesco - 16 marzo 2019
Un altro lutto, il secondo in pochi giorni, costringe il tecnico designato a terra. Al suo posto Mattia, proprio nel giorno in cui il calendario stacca un altro anno. Visto che non può essere altrove (prima scelta) porta l’altrove con sè facendosi accompagnare dalla metà (e meta?) di vita.
Giornata primaverile per temperatura e colori. I calori invece sono della regia, che non riesce a scrollarsi un raffreddore che da giorni non molla.
Tra un augurio ed un pannello la scena prende posto. Aspettiamo la metà (di Mattia) e ci dirigiamo alla meta (la nostra): l’inedita Tavazzano con Villavesco.
Un piccolo grazioso moderno teatro ci accoglie. Niente foyer, si entra direttamente in sala. I biglietti si faranno in poltrona. Le file battezzate con i nomi di autori teatrali, rigorosamente in ordine alfabetico: ideona.
Ampi spazi dedicati agli attori che, nel retropalco, hanno tanti mq almeno quanti quelli della platea.
Melarido fa un fugace apparizione giusto per assicurarsi che tutto sia a posto e per saldare, sulla fiducia, le fatiche del gruppo.
Adocchiata la pizzeria oltre carreggiata, ci tuffiamo nel dovere.
Facile il montaggio. Rigorose le prove che si ampliano a tutto il secondo atto, orfano, nelle tradizionali prove settimanali, di Anna. Ore diciannovezerozero, giusto il tempo di attraversare la strada e scoprire che tutto sommato siamo ancora in inverno, ed entriamo al Marina, elemosinando un tavolo per undici che, promettiamo, libereremo per le ventizerozero.
Inorridiamo scoprendo che il menù Pasquale proposto dal ristorante prevede una scelta dedicata ai baNbini. Ma si fanno perdonare non solo per le origini, che scopriamo subito non essere autoctone, ma anche per la celerità con cui ci servono ottimi primi ed ottime pizze, riscuotendo apprezzamenti e promesse di ritorno, con o senza impegni teatrali.
Puntuali torniamo nella sala. Abbiamo il tempo per organizzare improbabili Tantranight e cancellare il dispiacere della Mid che da quest’anno non sarà più.
E mentre il pubblico non si affolla in sala, imbeccati dalla parte sana della regia, diventiamo personaggi.
Poco dopo le ventuno il lento sipario si apre su un silenzioso pubblico, che raramente trasmette segnali di vita, rendendo tutto molto difficile. Il buio della sala non permette di scorgere se le persone sono reali o semplici cartonati posizionati per non offendere l’ego dell’attore. Ogni tanto un accenno di risata, forse un commento. E se fossero registrati?
Sul palco non siamo indifferenti alla surrealità della situazione, alternando momenti di perfetto sincronismo a scivoloni più o meno marcati. Camille decide di prendere il sopravvento su tutti sperando, questa volta di essere scelto al posto di Adolphe.
Azzeriamo i tempi dell’intervallo perché il silenzio ora è anche più pesante sotto le luci di sala.
E si riparte, di corsa, verso il sipario finale.
E stupisce scoprire sugli applausi un pubblico vitale, attento, rapito dal testo e dalla recitazione che, a voce prima, a gesti durante e a scritti poi, ci trasmetterà gli apprezzamenti che non ti aspetti, rimettendoci in pari con la nostra coscienza.
Tutto veloce e siamo seduti al Sayo per festeggiare finalmente il nuovo anno di Mattia tra ubriachi molesti con problemi di deambulazione e bussola, ma parlare con loro non è un problema ‘di mio amico’.

 

Milano, San Domingo - 3 marzo 2019
Realtà o suggestione, la fragranza del San Domingo arriva fino a Carugate, e non ci sorprende quando ci troviamo a respirarla limitando l’estensione polmonare allo stretto necessario. Sopportabile per gli altri, diventa impossibile per chi soffre da qualche giorno di nausee mattutine, che cerchiamo di curare posticipando sveglie: stanzierà dove gli effluvi sono ancora sopportabili.
La giornata è serena, calda, colorata. Invita alla fuga dalla città. Noi andiamo controcorrente.
Con un paio di manovre assestate il furgone trova spazio nell’ampio cortile oratoriano e come formiche portiamo in operosa fila indiana tutto il necessario sul palcoscenico del teatro: Domiamo le pendenze con i sacchi di sabbia che buchi e strappi stanno gradualmente alleggerendo. Domiamo le pieghe della tenda con colpi di ferro ben assestati, riempiendo per un attimo i camerini con vapori da stireria.
Si fa in fretta. E in fretta si provano i passaggi che ormai d’abitudine s’hanno da provare.
Poi pausa pranzo. Nell’assolato cortile deserto dell’oratorio. Non c’è nessuno, "neanche un prete per chiacchierar". In sottofondo la musica di una vicina festa bulgara riempie l’aria. Tra fratelli che si contendono il primato di simpatia e bellezza, chiacchiere (da mangiare) al cioccolato che si sciolgono al sole e chiacchiere (parlate) che si spandono al sole, consumiamo il nostro pic nic più gitaiolo che teatrale.
Selettivo il veloce caffè, nella zona più olfattosa del teatro.
Poi l’urgenza di diventar personaggio. Per affrontare una nuova sfida, quella del pubblico del meriggio del dì di festa, che pensiamo assonnato e più propenso alla leggera risata dialettale che all’amaro sorriso della nostra commedia. Un San Genesio che vuole giungere sino a Carugate, per unirsi alle preghiere che sostengono Anna che ha il papà improvvisamente allettato in ospedale.
Tarati i volumi di musiche e voci, si apre il sipario, comandato dalle giovani braccia di Riccardo, battezzato oggi, con le foto di rito, membro ufficiale del gruppo, titolo guadagnato sul campo dopo tre battaglie. Vinte.
Lo spettacolo scorre fluido. Il primo atto senza intoppi raccoglie il plauso della regia, sempre attenta a cogliere le spigolature da limare, in quest’atto ridotte a zero virgola, quindi nemmeno da menzionare.
Il secondo atto mantiene lo smalto, un po’ meno la precisione, con un paio di sbavature comunque domate dal gruppo.
Ci sorprendono l’attenzione prima e gli apprezzamenti poi del pubblico che abbiamo sottovalutato. I “bravi” che hanno accompagnato gli applausi finali, numerosi come mai, sono stati la colonna sonora di un successo che non davamo così scontato. In sala anche la regista di sempre, nuova a questo spettacolo. Tutti contenti. Organizzazione compresa. Che ritroveremo a fine stagione, per la premiazione che ci permetterà di capire quanto le sensazioni siano possibile certezza.
Lasciamo gli effluvi milanesi per tuffarci in quelli carugatesi: il Sayonara, obbligato dopo teatro, festeggia 40 anni di attività con polenta e gulasch. Tavolo riservato da sempre, svuotato il camion in un amen per le mille braccia che ci accolgono al rientro, consumiamo le ultime chiacchiere e risate della giornata annaffiandole di birra e sapori forti.

 

Sannazzaro De' Burgondi - 16 febbraio 2019
Apprezziamo la scelta della scenografia. Leggerezza e portabilità ancora una volta rendono tutto facile. E le poche braccia a disposizione non fanno fatica a chiudere il carico in 15 minuti netti.
Poi bussola verso il pavese, che in due settimane ha dimenticato freddo e neve e risplende ora dei colori e della temperatura della primavera.
Il mezzo pesante arriva per primo (lepre o tartaruga?) e le poche braccia scaricano il tutto, con lo stupore che paga il ritardo dei più: chi ultimo arriva, questo il caso, meglio si accomoda.
Incorniciamo la scena in un palcoscenico che ha l’unico vizio di non aver la chiusa del sipario.
Il colpo d’occhio appagherà il pubblico già dal suo ingresso.
Ammorbidiamo le fatiche che l’ordine di arrivo ha mal distribuito, con l’onomastico della regista, che si ammanta di dolcezze, baci e frasi troppo uguali.
Con la bocca ancora impastata di cioccolato affrontiamo le salite del testo in una prova che non vede la fine, che cicla, ricicla e si accartoccia sulle solite scene che ancora non soddisfano appieno la festeggiata.
Pizza al Ristorante Hotel Eridano. Qui un anno fa scoprivamo che i cugini Busseresi stavano anticipando il nostro debutto con lo stesso testo.
Qui oggi siamo pronti a gustarci una veloce gustosa pizza. Tra le altre anche quelle gourmet.
Ci accolgono al buio (di luce e cordialità), vituperando anticipi ma garantendo prestazioni. I tempi sono stati garantiti. Le pizze, anche quelle gourmet, esagerate nell’impasto, povere negli ingredienti, finiranno di lievitare nei nostri stomaci nei giorni a venire. Non una pizza è stata finita. Plausibile per i normo dotati. Inspiegabile, se non usando il termine ‘nociva’, per chi convive con appetiti sconfinati attendendo di norma gli avanzi del vicino per completare l’opera.
Gonfi al limite da rendere forse inutile l’orpello che porta a 5 mesi la gravidanza di Anna, torniamo nel caldo teatro e prendiamo possesso dei nostri personaggi. Solo per un attimo Paperino prende il sopravvento su tutti. Poi vince la ragione e la concentrazione.
Nei camerini un san Genesio, un Sannazzaro e la raccomandazione di usare le giuste uscite di scena, imposte a vista dal mancato sipario, che non a tutti riesce di rispettare. Ma la regia non vede: cuore non duole.
Accalcati dietro le quinte attendiamo il fischio di inizio che tralascia il nostro spettacolo per incensare il prossimo.
“Vaffanculo”
“Ah no!”
“Ah sì! Vaffanculo”
Anticipando il copione per dar sfogo ai pensieri. Quelli che… “ci vengono, come dire, così… al volo!”
Primo atto senza sbavature. Inutile aggiungere parole. Toglierebbero.
Qualche scivolone nel secondo atto che si macchia della prima arrotata di questo testo che viene comunque gestita al meglio, quasi fosse testo esso stesso.
Applausi sui monologhi finali che oggi si sono superati, con la speranza e l’impegno che diventino lo standard di riferimento.
Pubblico entusiasta. Noi soddisfatti.
Per uno spettacolo che ha sofferto le vampate del rumoroso riscaldamento che ogni tanto dava tregua a sudori ed orecchie.
Di gara si tratta, limitata all’apprezzamento del pubblico: il premio più prezioso, del resto. Ad aprile, o giù di lì, il verdetto.
Peschiamo braccia tra il pubblico importato da Carugate per rendere più snello smontaggio e carico.
Leggiamo a bordo palco i numerosi commenti del pubblico, alcuni deliranti, altri rivelatori che portano all’occhio della regista ed al dolore del cuore ciò che fino ad ora era sfuggito.
Dribbliamo la nebbia. Bissiamo i 15 minuti netti anche nel rimessaggio e senza accorgercene siamo seduti al “Sayo” per una birra veloce, per tirare le somme di questo palco alla penombra del locale che volge al desio.

 

San Martino Siccomario – 2 febbraio 2019
Scongiurata le neve che nei giorni immediatamente precedenti è scesa copiosa per trasformarsi copiosamente in acqua, riapriamo i battenti della Cena tra amici, per lasciarli aperti, ora, per qualche replica consecutiva. Nelle orecchie ancora il silenzio della sala vuota della doppia replica milanese. La paura è che il freddo e la neve, che ancora imbianca le strade dell’hinterland pavese, mandi deserto il Mastroianni di San Martino Siccomario.
La strada la percorriamo a memoria. Dopo tre repliche il Mastroianni è una seconda casa.
Arriviamo prima di tutti. Scassiniamo facile l’ingresso con una serratura che è più un invito all’effrazione che una barriera agli intrusi. Del resto nel momento del bisogno, bisogna pur agire alla bisogna.
Svuotate le vesciche, ora tocca al camion.
Una catena di volenterosi, trasformati in Minions dalla nuova divisa del gruppo, sposta tutto il contenuto ai piedi del palco per far entrare quanto meno freddo possibile in una sala accogliente ma non calorosa.
Poi, in una sequenza che non ammette errori, tutti i pezzi del puzzle trovano il loro naturale posto, incorniciando il palco amico.
Una prova veloce per ripassare i punti nevralgici e colmare le assenze delle ultime prove e, giocando d’anticipo sulla solita tabella di marcia, con l’organizzazione che ancora latita, chiudiamo, si fa per dire, le serrande del teatro alla volta della cena. Guadiamo la statale sotto una pioggia quasi asciutta e prepariamo le fauci per una cena che, scopriamo subito, sarà ridotta ad un aperitivo. Nemmeno rinforzato. I crampi della fame di chi ha una capanna ampia da colmare spingono a tentativi di ogni sorta per accaparrarsi panini e pietanze destinate, invece, ad un evento di lì a breve. E mentre i negozi chiudono rendendo più triste un luogo che non brilla di vita già di suo, spolveriamo il bancone come cavallette, lasciando al nostro passaggio solo le briciole, quelle non commestibili. Non paghi, ci attacchiamo a dolci e gelati. Togliamo anche la nostra vita alla tristezza del posto liberando spazio per la festa del neo diciottenne che ha scelto questo luogo per entrare nella sua maggiore età. Gli auguriamo un futuro più felice del luogo del suo Bar Mitzvah.
Scassiniamo nuovamente le porte per riprendere possesso di un teatro ancora deserto di tutti e ci abbandoniamo a rilassate chiacchiere più per evitare il freddo artico dei camerini che per tempo a nostra disposizione. Quando questo si fa tiranno, infreddoliti, i personaggi prendono forma mentre la sala degnamente si riempie. E mentre a Carugate c’è chi è rimasto per dare voce alla nostra rassegna raccontando gli affanni da microfono, si va in scena, dopo le ultime raccomandazioni della regia che si presta al sipario.
Due atti altalenanti per ritmo e precisione. Anche l’intenzione, che non vuol essere da meno, ogni tanto cede il passo. Qualche imprecisione e disattenzione di troppo tolgono un po’ di smalto allo spettacolo, che arriva invece, con nostra sorpresa, fresco, curato ed apprezzato al pubblico che, colto, coglie sfumature sin qui sfuggite, o almeno non manifestate, nelle precedenti repliche.
Raccogliamo con sorpresa soddisfazione gli applausi, i sonori bravi, e gli apprezzamenti che continuano sui fogli di sala e sulle mail del giorno dopo. Con la costante e gradita richiesta di tornare presto con una nuova fatica su questo palco.
I Minions ripongono la scenografia sul mezzo per lasciare spazio alla torta del compleanno di Vincent prima di ripartire per le ultime fatiche notturne, tra coordinate di Hugh Jackman e intrecci amorosi (due mogli e due amanti) racchiusi all’interno della stessa auto; ma il teatro sa gestire anche questi equilibri. Fra 15 giorni ripercorreremo le stesse strade. Stessa provincia. Altro palco.

 

Milano, Teatro Guanella - 12 e 13 gennaio 2019
UOMO DELLE PIZZE
Gli agenti della security hanno avuto il loro bel da fare per contenere la fiumana di gente accorsa per vedere gli spettacoli ..... a questo si aggiunge un fastidiosissimo tricheco che da dietro le quinte contribuisce a distrarre gli attori in scena al punto che si arriva ad uscire dall'entrata e si sconvolgono gli autori della letteratura francese. Un grande benvenuto ai due tecnici in erba con la speranza di poterli annoverare tra i punti fermi del gruppo. Come sempre non è mancato lo spirito che rende unico e irripetibile il nostro magico GTT !!!!

ELIZABETH “BABOU” LARCHET GAROUD

PIERRE GAROUD

CLAUDE GATIGNON

VINCENT LARCHET
Fine settimana doppio per numero di repliche, un decimo per numero di spettatori. Meno di 50 per due spettacoli a permettere un ringraziamento uno ad uno al calar della tela, cosa che non facciamo ma diciamo.
Due spettacoli. Due gare FITA. Regionale quella del sabato. Cittadina la pomeridiana del dì di festa. Senza i giurati, il pubblico sarebbe stato ancora più sparuto, quasi sparito. Ma si è sparato, divertito, uno spettacolo apprezzato che, a detta dei più, avrebbe sperato, neanche a dirlo, la sala piena.
Con noi due promesse ancora in erba di mixer e puntamenti, Mario e Riccardo (poco più di trent’anni in due) per far assaporare anche a loro il brivido del fuori porta e il piacere della compagnia. Sperando di aver solleticato il desiderio di continuare, quanto meno per abbassare la media (di età, non di qualità).
A contorno birre (solo per i maggiorenni), pizze che aprono alla Sfinge di Milano e chiudono alla Fabbrica di Cernusco la mini tournée (decisamente meglio la seconda), e risate.
Agli onori della cronaca salgono le pizze servite con imperdonabile ritardo la sera della prima, costringendoci a masticate a velocità doppia in un locale declassato, almeno sulle pareti, dall’oro al freddo argento.
Una scuola di danza che si accampa sul palcoscenico nel pomeriggio della replica indifferente alle esigenze degli attori che si fanno prima pressanti e poi machiavellici inventando una prova che prova, e riesce, a scacciare, sulle punte, le ballerine fastidiosamente abbarbicate alle assi del palcoscenico. E due spettacoli, che pur inventandosi un nuovo autore del libro regina e calando a tratti di ritmo e tensione, riesce, almeno dai pareri raccolti in sala, a convincere. Se riuscirà anche a vincere lo sapremo a primavera inoltrata. Alle FITA l’ardua sentenza.

ANNA LARCHET CARAVATI

REGIA

FRANCOIS PIGNON (gradito intruso)

 

Rescaldina - 20 ottobre 2018
Con questo spettacolo "APPUNTI DI VIAGGIO" cambia pelle.
Lo storico resoconto si trasforma in una serie di tweet che ogni protagonista lascia ai posteri immortalando in poche frasi un episodio, un momento, un aneddoto, della giornata dello spettacolo.

UOMO DELLE PIZZE
Da Mergellina a Montmartre... volete gustare la VERA e UNICA pizza napoletana? Chiamate Bobo-pizza... Bobo-pizza porta Napoli a casa vostra... !!!! (sempre che non litighi con il pizzaiolo quando deve consegnare le pizze pre spettacolo - ndr)

ELIZABETH “BABOU” LARCHET GAROUD
La lista della spesa ce l’ho scritta sul copione: frutta secca, cereali, piadine, gallette, uvetta, dolcetti, ecc...
Comprare e preparare queste cose dietro le quinte mi aiuta ad entrare gradualmente nel personaggio...certo che gli invitati poi sono sempre molto affamati e se per caso decidi di provare più e più volte la stessa scena prima dello spettacolo rischi alla fine di essere una padrona di casa non molto generosa...altro che mettersi in pari. W l’uvetta!!!!

PIERRE GAROUD
Apertura di stagione anche per il terzo e ultimo spettacolo in cartellone, il più difficile perché preceduto solo dal debutto 6 mesi fa. Gli spazi limitati, un po' di apprensione, a tratti eccessiva, non hanno impedito all'affiatato gruppo di uscire dignitosamente dall'insidioso impegno.

CLAUDE GATIGNON
Tensione altissima per il debutto in trasferta. Ma tutto è filato liscio. Peccato solo per l'uvetta che fosse un po' scarsina...

VINCENT LARCHET
Debutto dello spettacolo lontano dal pubblico amico. Nessun commento scritto lasciato al botteghino. Ma tanti apprezzamenti vocali e sinceri da parte di tutti avvalorati dall'attenzione e dalle tante risate. Svetta chi elegge questo come il migliore tra le nostre produzioni passate su questo palcoscenico. Una buona birra al Doctor Malz suggella la serata.

ANNA LARCHET CARAVATI
Dopo aver sdoganato le tele-prove, la febbre aggiunge gradi all'attore, intenzione al personaggio, auspicando future febbrili repliche.

REGIA
CHE PAURA RAGAZZI!!!
Le prove, anche quelle pre-spettacollo, ci avevano fatto tremare le ginocchia... e suonare dei CAMPANELLI d'allarme.
Per fortuna l'adrenalina e le devote invocazioni a San Genesio hanno fatto effetto e nonostante qualche sproloquio (e qualche donna di troppo) lo spettacolo è stato un vero successo!

FRANCOIS PIGNON (gradito intruso)
Dopo aver caricato il camion, una sensazione di abbandono nell'aria. Baci e abbracci a chi restava a Carugate.

 

Carugate - 15 aprile 2018
La stanchezza fa capolino. Archiviata la prima pratica si presenta ora, paradossalmente, il compito più difficile: mantenere qualità e presenza. In una fase in cui i muscoli iniziano a rilassarsi e la concentrazione rischia di sfilacciarsi. Metà regia impegnata nel battesimo della nipotina raggiungerà il gruppo solo a ridosso del sipario. Il resto del cast bissa la pizza della sera prima, ripassando mentalmente ciò che è avvenuto e ciò che ancora deve succedere.
Dramma sughero. Il tappo della bottiglia di un improbabile Cheval Blanc dell’85, più economicamente sostituito da una tisana al mirtillo, si spappola nel tentativo di prepararlo alla scena. Sull’onda di quanto appena lasciato, la regia battezza gli incauti protagonisti con sguardi carichi più di mille invettive. Si ritappa preparando un piano B (e se fosse successo in scena?)
E in scena, ovviamente succede. Cala ritmo ed intenzione, ma è l’unico vero momento di distrazione imposto dalla preoccupazione di dover gestire l’imprevisto. Superati i 5 momenti di panico, più vissuti sul palcoscenico che non arrivati al pubblico, superiamo quasi fosse voluta più che imposta, l’improvvisa tosse di Pierre che si trova a lottare tra singulti e lacrime per far arrivare al pubblico le poche battute colpite dal dramma.
Poi tutto si rimette nei binari della scioltezza e della consapevolezza. E il secondo atto, senza intoppi, spettina il pubblico con la sorpresa dei colpi di scena oggi raccontati meglio di ieri.
Mezza sala oggi, più tecnica e meno amica, ha seguito il crescendo della storia in un crescendo di calore e partecipazione, e questo sarà il pubblico che potremo aspettarci nelle (speriamo) prossime repliche dello spettacolo.
Ci gongoliamo sugli ultimi applausi che ritmano la musica di coda dedicando gli ultimi sforzi alle scene, che ripieghiamo a fondo palco, pronte a futuro prossimo sgombero.
E ci abbattiamo sulle assi del palcoscenico, ora svuotati ma leggeri. Nessuno vuole andarsene. E non servono parole, inutili, per raccontare quello che abbiamo dentro. #Soddisfanchezza

 

Carugate - 14 aprile 2018
Strano il sapore del debutto, un misto di eccitazione e tensione che qualcuno chiama #eccitansione per rendere più frizzante l’alba del nuovo spettacolo.
Un’estate sulle battute. Autunno e inverno a macinare prove alternate a collaudate repliche. E finalmente la primavera di questo nuovo lavoro. La scenografia da una settimana ha preso posto sul palco amico. Ogni giorno rifinita di dettagli ed accessori. Ed ogni giorno riempita di battute, incertezze, cadute e tanta energia. Pausa della vigilia, a ricaricar le batterie, e oggi, finalmente, si va in scena.
Da tanto, troppo tempo, non respiravamo questa sensazione, sempre nuova. Sempre carica di incertezza e di energia con la voglia di essere già oltre l’ostacolo per voltarsi indietro a misurare come è andata.
La giornata è di sole. Anche fuori finalmente, almeno oggi, è primavera.
La merenda la facciamo a casa, ma poi tutti in sala, più per fare atmosfera che non per necessità tecnica.
La maniacale regia è attenta ad ogni minimo dettaglio per accertarsi che nulla sia lasciato al caso e che tanta fatica non venga incrinata da nulla. Ma per una volta la loro attenzione è alle cose, lasciando gli attori alla catarsi verso il personaggio.
Una pizza in piedi, nel foyer del teatro, come nelle migliori tradizioni teatralcarugatesi. Mai come oggi bandito ogni alcoolico, anche se disinfettante.
Si caricano le ultime prenotazioni in cassa e tutto si comprime in un attimo che ingloba cambio d’abito, trucco, omaggio floreale alle costumiste e San Genesio, che oggi i più mistici hanno visto apparire nei dintorni del palco. E mentre Babou sposta e riordina senza fine le cibarie che a turno entreranno in scena, il rumore crescente nella sala che si riempie quasi del tutto, riscalda voce e personaggi. Sipario!
E tutto scorre.
Basta una battuta e ci scopriamo a nostro agio nel muoverci, giocare, urlare, sederci e rialzarci. Mangiare. Tra le pieghe di una commedia che ci sorprendiamo di conoscere e interpretare meglio di come potevamo immaginare. Tutte le incertezze delle prove sembrano svanite. Relegate a qualche parola bruciata o mangiata o soffiata che nulla ruba alle attese della regia. Ineccepibile anche il tecnico che alterna registrato a recitato in un tutt’uno fluido e millesimato.
E la fine del primo atto ci sorprende, impreparati. La regia si tuffa sulla scena avvolta da un sorriso pieno di soddisfazione e aspettativa, per un secondo atto che ora dovrà a sua volta debuttare.
Restiamo concentrati respirando ancora le risate che il pubblico ha riversato sul palcoscenico, grondanti apprezzamento e divertimento.
Il seguito non delude, dando continuità alle aspettative ed esplodendo nei colpi di scena che il primo atto ha solo preparato. E con lui esplodono risate ed applausi, e la piacevole sorpresa di uno spettacolo che non ti aspetti, diverso per costrutto, storia e personaggi, rispetto a quanto sino ad ora offerto al nostro pubblico.
Il sipario si chiude su un dramma familiare che si tinge di ilarità e speranza, e si riapre sulla fotografia di una famiglia ritrovata, immortalata dall’amichevole partecipazione di chi apre lo spettacolo come pizzaiolo e lo chiude come fotografo.
Si sprecano i ringraziamenti a tutti coloro che hanno contribuito a vario titolo ai colori brillanti della messa in scena. Una parentesi particolare è dedicata a chi, alternando scuola e lavoro, ha realizzato il promo dello spettacolo che abbiamo per l’occasione condiviso con il pubblico presente nella magnificenza del grande schermo. E salutiamo anche la rassegna di teatro amatoriale da noi curata e quest’anno da noi chiusa, con le promesse di una rinnovata stagione ancora all’altezza di qualità e divertimento.
Incassiamo e facciamo nostre le primi critiche costruttive principalmente indirizzate ad una minor densità di intercalari imposti dalla naturale volgarità del parlar moderno e da un prologo che potrebbe presentare i personaggi in modo un po’ più celere e semplice da metabolizzare.
Temevamo la reazione del pubblico abituato alla risata facile, senza pensieri. Siamo stati ripagati da sinceri apprezzamenti. I dubbi sulla scelta del testo sono stati fugati, anche (e ammettiamolo una volta) grazie alla qualità della nostra messa in scena.
Domani si replica e non dobbiamo correre il rischio di annegare nella soddisfazione del debutto.
Ma per il momento affoghiamo il piacere in un millesimato Ca del Bosco e a seguire, per i pochi rimasti, nella birra del sempre presente Sajonara.
E si va a dormire. Oggi un po’ più leggeri.
 

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