L'Ospite
cronaca di un suicidio
di Marco Tosi
giallo in 1 atto
Londra, inizio anni ’70. In un elegante salotto borghese, una famiglia "perbene" sta celebrando il fidanzamento della giovane Sheila con Gerald, rampollo ed erede di un’importante famiglia. La serata scorre tra brindisi e convenevoli, tra l’orgoglio paterno e il compiacimento di una rispettabilità ben costruita fino a quando l’atmosfera viene bruscamente interrotta dall’arrivo di un misterioso ispettore di polizia. I suoi modi sono insoliti, quasi fuori dal tempo. La notizia che porta è spiazzante: una giovane donna, Eva Smith, si è tolta la vita.
Inizia così una lenta, implacabile discesa nelle profondità dell'animo umano. L’interrogatorio si trasforma in un vero e proprio processo morale, in cui ogni membro della famiglia – dietro maschere di rispettabilità, generosità o innocenza – è costretto a confrontarsi con il proprio ruolo nella vicenda.
Nessuno è davvero estraneo. Nessuno è davvero innocente.
In una sequenza di confessioni che assomiglia più a un esame di coscienza collettivo che a una normale indagine, emergono i limiti, le ipocrisie, le crepe profonde di una classe sociale che si ostina a ignorare i segnali del cambiamento.
E poi, il colpo di scena. Sorprendente. Spiazzante. Quanto basta per far vacillare le ultime certezze.
"Un ispettore in casa Birling" è un giallo morale, una lente puntata sulle responsabilità individuali in una società sempre più diseguale. Un testo lontano che parla direttamente anche al nostro presente.

Personaggi
ARTHUR BIRLING
SYBIL BIRLING, sua moglie
SHEILA BIRLING, sua figlia
ERIC BIRLING, suo figlio
GERALD CROFT
ISPETTORE GOOLE
Interpreti
Marco Tosi
Nadia Bruno
Floriana Sechi
Luca Martinelli
Marco Degradi
Danilo Lamperti
rassegna stampa
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Regia
Nadia Bruno
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Scenografie
Danilo Lamperti
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Costumi
Nadia Bruno
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​Parte tecnica
Adriana Bongermino
Mattia Rossi
Note di Regia
Troppo facile voltarsi dall’altra parte. Troppo comodo nascondersi dietro il privilegio.
Nella Londra di fine anni Sessanta, dove il sogno della Swinging London ha lasciato spazio a disillusione e fermento sociale, la famiglia Birling rappresenta l’ultimo baluardo di una borghesia che tenta disperatamente di conservare il proprio status. Un mondo fatto di apparenze, decoro e potere economico, ma attraversato da crepe profonde che nessuna festa in salotto può più nascondere.
In questo scenario in trasformazione, l’arrivo dell’Ispettore non è solo un evento drammaturgico, ma l’irruzione violenta della realtà nella bolla ovattata di chi rifiuta di vedere.
La vicenda si snoda tra interrogatori e riflessioni, in un clima sempre più teso e claustrofobico. L’eco delle contestazioni di piazza, delle rivendicazioni operaie e dei primi movimenti femministi fa da sfondo alla serata della famiglia Birling, rendendo la loro ipocrisia ancora più stridente, la loro colpa più evidente.
Chi ha portato Eva Smith al suicidio? È davvero solo una storia privata? O è il riflesso amaro di una società intera, incapace di assumersi responsabilità?
John Boynton Priestley, autore ancora troppo poco conosciuto in Italia, costruisce con maestria un testo che, pur nato nel 1945, vibra ancora oggi di attualità. La struttura del giallo, con la sua tensione crescente, è un abile pretesto per smascherare cinismo e indifferenza, le "virtù" borghesi che il tempo non riesce a cancellare.
I personaggi, ciascuno con le proprie contraddizioni psicologiche, diventano specchio dei conflitti dell’epoca:
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Arthur Birling, imprenditore vecchio stampo, cieco al cambiamento e ostinatamente aggrappato ai dogmi del profitto.
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Sybil, l’aristocratica rigida, che fa della carità una maschera per il giudizio.
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Sheila, giovane donna in crisi, in bilico tra il conformismo familiare e la nuova coscienza che si fa strada.
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Eric, il ribelle fragile, specchio della gioventù spaesata e in cerca di senso.
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Gerald, il perfetto esempio di ipocrisia colta e ben vestita.
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l’Ispettore Goole, figura quasi metafisica, che più che accusare, costringe a guardarsi allo specchio.
Il finale, sospeso tra realtà e illusione, ci lascia con una domanda scomoda ma necessaria: quanto tempo ancora potremo ignorare ciò che sta accadendo davvero?


La forza della collaborazione
Dopo i successi ottenuti con IL DIO DELLA CARNEFICINA di Yasmina Reza, che ancora non smette di riscuotere riconoscimenti ed apprezzamenti anche nazionali, e l’inedito IL MARITO IN COLLEGIO adattato per il teatro dall’omonimo romanzo di Giovanni Guareschi che ha riempito la stagione 2024.25, Compagnia Teatrale MASKERE e Gruppo Teatro TEMPO mettono in scena un classico del teatro inglese del Novecento, reinterpretandolo alla luce di un’epoca di trasformazioni, scontri ideologici e risvegli collettivi. Perché ogni tempo ha la sua Eva Smith. E ogni spettatore, il dovere di chiedersi: “E io, che parte ho avuto?”
Le repliche
date da definire
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